Milan: Si…nisa, è semifinale Tim Cup (ma resta in bilico)
Di Emanuele Saccardo14′ Bacca (M), 29′ Niang (M), 50′ Mancosu (C)
E’ uno strano destino quello di Sinisa Mihajlovic, allenatore del Milan dallo scorso luglio. Il tecnico serbo non trova pace, nemmeno quando vince e tiene viva la speranza rossonera di centrare un piazzamento europeo passando dalla porta della Coppa Italia. Ieri sera, nel quarto di finale giocato a San Siro contro il Carpi, il Milan e Mihajlovic avevano un unico obiettivo: la semifinale.
A un occhio poco esperto di cose legate al calcio, sarebbe potuto sembrare scontato il verdetto, ma gli umori in seno al Club di Berlusconi erano e sono tutt’altro che rassicuranti. Da una parte la convinzione che il “paziente” Milan sia perlomeno convalescente, quindi indirizzato verso la buona strada per rimettersi a correre; dall’altra la sensazione che il destino di Mihajlovic fosse prossimo all’essere segnato. Il che, di conseguenza, avrebbe potuto tenere il freno a mano tirato all’intera squadra, complice la paura.
Se non altro il 2-1 inflitto agli emiliani certifica che sì, il Milan può guarire, ma di lavoro da fare ce n’è ancora tanto. Forse troppo per Sinisa: ecco perché i numeri di telefono di Lippi e Conte sono sempre lì, in bella mostra sulla scrivania di Galliani. Ecco perché, paradossalmente, la panchina dell’ex allenatore doriano non pare puntellata come si deve. A dispetto del successo e del passaggio del turno che, salvo sorprese, dovrebbe portare direttamente alla finale di Roma. Nel mezzo ci sarà da superare una fra Spezia e Alessandria, avversarie non semplici da affrontare per il lungodegente Milan ma per forza di cose da dover scavalcare. Pena una ennesima stagione fallimentare.
Il Milan, anche ieri, ha interpretato la partita mostrando due facce ben distinte: bene nella prima parte di gara (diciamo una buona mezz’ora), malino nella ripresa. Il contrario di ciò che era accaduto pochi giorni fa all’Olimpico contro i giallorossi, dove il Diavolo era partito pericolosamente claudicante e aveva terminato il match in crescendo, con il rammarico di non essere riuscito a portare a casa 3 punti d’oro. Di fronte al Carpi Montolivo e compagni sono partiti subito con il piede sull’acceleratore: intorno al quarto d’ora Bacca trovava il vantaggio con una bella rabona (decimo gol stagionale per il colombiano, 8 in A e 2 in Tim Cup), dopo aver saltato Brkic in uscita rasoterra. A ridosso del 30′, il Milan andava sul 2-0 grazie a Niang, bravo a farsi trovare libero a centro area piccola e sontuosamente imbeccato da un cross basso di esterno destro dello stesso Bacca.
Poi, qualcosa iniziava a non quadrare, specie a inizio ripresa. I rossoneri sembravano accusare un po’ di fatica per la pressione costante, e i limiti di alcuni interpreti venivano mestamente a galla. De Sciglio, non ancora il terzino di un tempo, perdeva contatto con il pendolino a mille polmoni che all’anagrafe risponde al nome di Lasagna: l’attaccante del Carpi lo seminava senza troppo dannarsi e piazzava un assist al bacio per l’accorrente Mancosu, fresco fresco di trasferimento da Bologna. All’ex punta del Trapani sono bastati dunque 5 minuti per siglare il suo primo gol con la maglia carpigiana, il secondo in stagione. Da lì in poi, il Milan rischiava ancora grosso, arretrando pericolosamente il baricentro e offrendo il fianco alle incursioni dell’inesauribile Lasagna.
Honda arrancava boccheggiando sulla destra, così Mihajlovic inseriva Boateng e Bertolacci per restituire ossigeno al centrocampo del Milan. Allontanati gli spettri di un possibile 2-2, il Diavolo riprendeva il controllo delle operazioni, riuscendo comunque con un filo di fatica a portare a casa successo e qualificazione. Una bella dose di fiducia, insomma, a dispetto delle chiacchiere intorno a Mihajlovic. Una sana boccata d’aria anche in chiave campionato. Adesso il Milan è atteso al varco: Fiorentina, Empoli e Inter sapranno dirci se il paziente rossonero potrà davvero essere considerato guarito del tutto.
Commenta o partecipa alla discussione