El Shaarawy-Pazzini-Cerci: scossa Milan, ko il Sassuolo
Di Emanuele Saccardo38′ Pazzini (M), 19′ st rig. Sansone (S), 41′ st de Jong (M)
Inzaghi potrà tirare un sospiro di sollievo. Accantonata per ora l’idea di cambiare modulo, negli ottavi di Coppa Italia il 4-3-3 è tornato a dare qualche frutto e a nutrire alcune speranze. Su tutte, che Stephan El Shaarawy possa tornare in fretta il Faraone di due stagioni fa: contro il Sassuolo alla Befana non aveva praticamente toccato palla, contro il Sassuolo ieri sera ha dimostrato di avere gamba e, soprattutto, di aver ricucito il rapporto tra lui e la classe. Tanti palloni toccati e certe giocate che sembrano di nuovo riuscire (anche se ancora non del tutto) come ai bei tempi. L’altra speranza si chiama Alessio Cerci, fresco di rientro in Italia dopo la tutt’altro che esaltante parentesi madrilena. Senza dubbio un po’ indietro di condizione ma voglioso, determinato a costruire l’intesa con i compagni, specialmente quelli di reparto. Un assist, un palo, tante sportellate negli uno contro uno e un buon feeling con Abate (compagno di fascia) e Pazzini.
Proprio il Pazzo è senza ombra di dubbio il frutto di serata, la nota più positiva per Inzaghi: si è intuita la sua fame arretrata di gol, non solo per la rete da vero attaccante segnata a fine primo tempo – grazie, finalmente, ad un cross a tagliare fuori la difesa avversaria – ma anche per le sponde, la difesa della palla e la zuccata miracolosamente sventata da Pomini a inizio ripresa. C’è da chiedersi se questo Milan ha davvero bisogno di Destro: la determinazione di Pazzini a voler arrivare fino in fondo al contratto che lo lega alla società rossonera, unita al suo cristallino istinto del gol e alla capacità di attaccare la profondità in area come pochi altri, possono far pensare che il miglior acquisto di gennaio sia proprio la punta ex Inter e Fiorentina.
Non mancano certo le note negative. In questo svetta la prestazione imbarazzante di Zapata, fino a qualche settimana fa uno tra i migliori della difesa milanista. Spaesato, a tratti svagato, regala con un fallo inutile la punizione da cui nasce il gol annullato a Vrsaljko per presunto fuorigioco sulla sirena del primo tempo, sfiora l’autorete con un intervento maldestro in area piccola e procura il rigore del momentaneo pareggio neroverde (anche se, nella circostanza, il penalty pare un abbaglio di Tommasi reo di non aver visto la spinta che sbilancia il colombiano in avvio di azione). Al Milan manca anche un playmaker puro, non è una novità; specialmente nella prima parte di gara il Diavolo fatica a costruire gioco, è costretto a lanci lunghi – spesso fuori misura – per gli inserimenti degli attaccanti, soffocati dalla disciplina tattica del Sassuolo che in fase di non possesso difende con un ordinato 4-5-1. E poi c’è il mistero De Sciglio: solo il primo tempo per lui (sostituito al 1′ della ripresa da Bonera) ma senza acuti, nessuna discesa di rilievo sulla fascia di competenza e un solo cross all’indietro per nessuno. Forse il problema è psicologico. Forse, come suggerisce Inzaghi, i fari su di lui andrebbero spenti perché a conti fatti è ancora un ragazzo di appena 22 anni.
Da par suo il Sassuolo ha provato a fare la partita con intelligenza. Pur non impensierendo mai Abbiati, gli emiliani hanno interpretato la gara a viso aperto, pressando alti nel tentativo di soffocare le impostazioni di De Jong (a ridosso della linea di difesa in fase di possesso, da lui sono iniziate la maggior parte delle azioni del Milan). Pavoletti, Sansone e Floccari si sono mossi molto favorendo gli inserimenti del talentino Chisbah, Longhi ha contenuto con efficacia quasi totale le sfuriate di Cerci per merito anche dei costanti raddoppi a turno di Biondini e Missiroli. Non è un caso che il Sassuolo occupi una posizione di prestigio in Serie A, il lavoro del tecnico Di Francesco regala certezze partita dopo partita; anche ieri, se è vero che il Milan ha rischiato i supplementari risolvendo la partita solo a 5′ dal termine con De Jong. Il presidente Squinzi, milanista dichiarato, gongola ancora per la vittoria del 6 gennaio, pazienza se ai quarti di Coppa Italia ci andranno i rossoneri. Lui è già contento così, in fondo il Sassuolo non era mai approdato nemmeno agli ottavi. Il sogno di centrare l’Europa a partire dal 2016 non sembra più tanto lontano.
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