Pallone d’Oro a Cristiano Ronaldo: tra le polemiche, interrotto il dominio di Messi
Di Emanuele SaccardoNon c’è il due senza il tre: Cristiano Ronaldo, fresco vincitore del Pallone d’Oro 2013, guarda già in avanti e promette di non fermarsi qui. Dopo il primo riconoscimento personale del 2008, quando militava nel Manchester United e vinse – da protagonista – la Champions League, il fuoriclasse portoghese fa il bis e interrompe il dominio quadriennale di Messi, sua vera nemesi sportiva.
Nelle ultime quattro edizioni, CR7 si era piazzato alle spalle dell’asso argentino e, nonostante le dichiarazioni di facciata che hanno preceduto la cerimonia di ieri a Zurigo (“Se non vinco non cambia nulla”), si è capito quanto questo premio fosse importante per lui. Al momento dell’incoronazione, infatti, Ronaldo si è lasciato andare ad un pianto sincero, a dimostrare la sua umanità e tutta la professionalità che lo contraddistingue.
I voti dei 184 c.t. e di altrettanti capitani, uniti a quelli di 173 giornalisti, hanno certificato la superiorità del campione lusitano nell’anno solare appena terminato (per lui 69 reti tra club e Nazionale): 1365 voti per il madridista (27,99 %), seguito da Messi con 1205 (24,72%) e Ribery, sul gradino più basso del podio con 1127 consensi (23,39%). Il più deluso è forse proprio il centrocampista del Bayern Monaco, che nella passata stagione ha vinto tutto – Bundesliga, Coppa di Germania, Champions League, Supercoppa Europea e Mondiale per club.
Anzi, forse il più risentito è stato il Presidente Uefa Michel Platini, non soltanto perché con Ribery condivide la carta d’identità transalpina. L’ex giocatore della Juventus (tre volte vincitore del Ballon d’Or) recrimina sui parametri con i quali si giudica attualmente il miglior calciatore europeo nell’arco di un anno, aspetto già emerso in occasione dell’ultima vittoria targata Messi. Se non contano più i titoli vinti e si punta tutto sul valore individuale, è facile ipotizzare un dominio decennale sull’asse Madrid-Barcellona. D’altra parte è pur vero che si tratta di un riconoscimento personale, ma senza una squadra alle spalle parliamo di aria fritta.
La polemica innescata da Platini è soltanto la coda di un malumore nato già sul finire dello scorso anno, a sottolineare il più controverso avvicinamento al Pallone d’Oro di tutti i tempi. C’è chi mormora che la vittoria di Ronaldo sia stata un risarcimento, reso necessario a seguito dell’inopportuna imitazione del giocatore fatta da Blatter, massima carica della Fifa, davanti agli attoniti studenti di Oxford. Il fatto che le votazioni fossero poi state prolungate dal 15 al 29 novembre – settimane in cui il Portogallo si giocò l’accesso al Mondiale con la Svezia e che mise in vetrina un Ronaldo spaziale – tendono a confermare questa ipotesi. Resta il fatto che la stella del Real Madrid non ha bisogno di favori: il suo talento cristallino e moderno, unito ad un profilo da professionista vero, ne fanno un giocatore in grado di rimpinguare ulteriormente la bacheca di casa negli anni a venire.
Nella serata delle icone del calcio non poteva mancare la presenza di Pelé, scioltosi in lacrime al pari di CR7 nel momento in cui gli veniva consegnato un Pallone d’Oro speciale: il Premio d’Onore, riconoscimento doveroso alla sua carriera straordinaria. O’Rei, unico calciatore ad aver conquistato tre titoli mondiali (1958, 1962 e 1970), ha ringraziato tutti e ribadito quanto già sottolineato in precedenza: senza una squadra alle spalle non si possono tagliare prestigiosi traguardi individuali. Signori si nasce e lui, modestamente, lo nacque.
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