L’Inter passa ai rigori ma è il Pordenone a essere applaudito

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C’è poco da sorridere in casa nerazzurra. L’Inter supera ai rigori per 5-4 il Pordenone, compagine che milita in serie C, ed acciuffa il pass per i quarti di finale di Coppa Italia dove il prossimo 27 dicembre affronterà la vincente di Milan-Hellas Verona. Dopo 120 minuti con il risultato inchiodato sullo 0-0, è Nagatomo dagli undici metri a far tirare un sospiro di sollievo ai 20.000 tifosi, circa, presenti a San Siro, a mister Spalletti e ai suoi compagni di squadra, ad un passo dal rimediare una figuraccia. Ebbene sì, perché la compagine neroverde guidata abilmente da Leonardo Colucci ha dimostrato personalità, nessun timore reverenziale, creando tra l’altro qualche pericolo dalle parti di Padelli. Buona organizzazione di gioco, efficace disposizione difensiva e quel pizzico di fortuna che aiuta gli audaci. I nerazzurri, invece, alle prese con un abbondante turnover non hanno trovato le risposte desiderate dagli innesti di Cancelo, Dalbert, Karamoh, Pinamonti ed Eder. La banda di Spalletti sciupa svariate occasioni da goal, su tutte quelle capitate sui piedi proprio del giovane francese,ex Caen, Karamoh ,che a tu per tu con Perilli non dimostra la necessaria freddezza. I friulani si fanno notare per una conclusione dal limite dell’area di Magnaghi che si stampa sul palo, così come su tiro di Lulli, da centro area, che termina abbondantemente alto sopra il montante. Nella ripresa sono ancora i nerazzurri a creare i maggiori pericoli con il neo entrato Brozovic, entrato al posto di uno spento Pinamonti, Karamoh e Vecino, ma il portiere dei neroverdi non intende affatto alzare bandiera bianca. Che qualcosa non andasse per il meglio lo si percepisce dalle sostituzioni effettuate da Luciano Spalletti, il quale deve ricorrere agli ingressi in campo di due pezzi da novanta come Perisic e Icardi al fine di portare a casa il risultato. Il Pordenone non è che resti a guardare, anzi, con Sainz-Maza va ad un soffio dalla rete del sorprendente vantaggio. Con stupore si passa ai tempi supplementari dove i padroni di casa si fanno notare per un colpo di testa di Icardi che si stampa sul palo e per un calcio di punizione battuto da Brozovic che si spegne di pochi centimetri a lato. Nella lotteria dei calci di rigore per i nerazzurri sbagliano Skriniar e Gagliardini, mentre tra le fila dei neroverdi non centrano il bersaglio Misuraca, Lulli ed infine Parodi, ma questa è ormai un’altra storia. La matricola friulana è riuscita nell’impresa di non perdere a San Siro contro la prima in classifica di serie A, inchiodando l’Inter sullo 0-0. Poi dagli undici metri Nagatomo ha avuto più freddezza, infrangendo i sogni dei 5.000 tifosi giunti dal Friuli con l’inconscia speranza che la propria favola potesse proseguire. I nerazzurri da questa vittoria traggono il bilancio che molte cosiddette seconde linee siano in ritardo di condizione e per nulla affatto valide alternative dei rinomati titolari. Preso atto dell’impegno e della spiccata volontà degli avversari, dall’Inter ci si aspettava molto di più, quantomeno di non giungere ai calci di rigore per sbarazzarsi di una squadra al quinto posto nel proprio girone di serie C. Tutto ciò non è ammissibile. Questa è una vittoria che solleva degli interrogativi sul reale valore di tutta la rosa, apparsa non all’altezza al fine di competere su più fronti. Il Pordenone esce dalla Scala del calcio a testa alta, consapevole di aver dato tutto e di esser giunto ad un millimetro dalla gloria. Poco importa se Parodi si sia fatto respingere il penalty decisivo da Padelli, i friulani la loro partita l’hanno vinta, costringendo i più blasonati nerazzurri a correre e soffrire per ben 120 minuti, obbligando Spalletti a ricorrere alla carrozzeria pesante per scardinare una piccola compagine di serie C arrembante e spensierata. Ai microfoni dei giornalisti, il tecnico di Certaldo ha così commentato questo passaggio del turno decisamente sofferto: “Seconde linee non all’altezza? Domanda corretta per quello che si è visto, ma non è così. Chi ha giocato di meno, stasera, si è trovato in difficoltà perché il Pordenone ha giocato con qualità in mezzo al campo e non siamo riusciti a prendere il pallino del gioco, si tentava di risolvere la partita da soli invece di fare ordine e far girare la palla. Poi le partite si complicano dal punto di vista psicologico e tutto diventa più difficile, so cosa succede in queste partite quando c’è questa differenza tra le due squadre. E’ stato un passaggio del turno faticosissimo, alla fine forse il Pordenone avrebbe meritato ma faccio i complimenti ai miei giocatori perché i rigori in queste situazioni diventano più pesanti e li meritano anche loro”. Dall’altra sponda queste le considerazioni effettuate da Leonardo Colucci, autore di un’impresa alla guida del Pordenone, essendo riuscito a condurre i neroverdi sino agli ottavi di Coppa Italia, sfiorando dagli undici metri il sogno di approdare ai quarti: “I ragazzi sono stati bravi, più di questo non potevo chiedere. Portare l’Inter ai rigori è come vincere la Coppa Italia per noi, è una lotteria nella quale si può anche sbagliare. Spalletti ha detto che avremmo meritato di passare il turno e lo ringrazio perché è una persona leale, corretta e sincera, ma da domani si torna con i piedi per terra perché domenica c’è il Renate”.


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