Bayern con il cuore, ma in paradiso va il Barcellona

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Festa-BarcellonaBayern Monaco – Barcellona 3-2 (and. 0-3, tot. 3-5, qual. Barcellona)

7′ Benatia (Bay), 14′ e 29′ Neymar (Bar), 59′ Lewandowski (Bay), 74′ Mueller (Bay)

Il copione era già stato scritto una settimana fa: immaginare che la sceneggiatura della semifinale tra Bayern Monaco e Barcellona potesse diventare carta straccia per le bizze degli Dei, era pura follia romantica. Doveva andare in un modo, in un modo è andata: è il Barça a salire sull’otto volante continentale, otto come le finali centrate complessivamente in Coppa Campioni – con quella di Berlino – dai colori blaugrana. Eppure, nella serata dell’Allianz Arena, spazio ce n’è stato per i colpi di scena in un film già scritto. A partire dall’avvio del match.

Lo stadio dei bavaresi è una bolgia, il pubblico biancorosso ci crede, così come ci credono i protagonisti scesi sul terreno di gioco. Guardiola deve fare ancora a meno di Robben, Ribery, Alaba e Badstuber (tanto per capirci, mica imberbi Primavera) e decide per lo stesso “undici” uscito malconcio dal Camp Nou. Il Barcellona fa lo stesso, non rinuncia al tridente delle meraviglie Messi-Suarez-Neymar che, dall’alto di oltre 100 gol stagionali totali, offre ampie garanzie – così come il rotondo 3-0 a favore del Barça maturato all’andata. Ma a passare per primi sono proprio i padroni di casa, quando ancora il cronometro non ha raggiunto i dieci minuti di gioco. Dopo un brivido per il diagonale di Rakitic sventato da Neuer, sugli sviluppi di un calcio d’angolo Benatia svetta indisturbato a centro area, fulminando Ter Stegen e facendo nascere il sospetto che si possa credere sul serio all’ennesima remuntada.

Il fuoco sacro nei cuori dei tifosi tedeschi viene spento però assai repentinamente. Il Barcellona è più forte e meglio attrezzato, poche storie: lo dimostra a ridosso del quarto d’ora quando Messi innesca Suarez sulla corsia di destra e, nella prateria spalancata davanti a Neuer, l’uruguagio scarta un cioccolatino per Neymar. Il brasiliano non disdegna e appoggia in rete il più semplice dei pareggi. Il Bayern accusa la doccia gelata e, nonostante tenti la reazione ripetuta (bravo e fortunato l’estremo difensore tedesco dei catalani), a trovare il sigillo è di nuovo Neymar con una rete quasi fotocopia del 1-1: alla mezz’ora un ribaltamento di fronte rimette in moto Suarez che serve ancora O’Ney a pochi sospiri dell’area piccola. Il numero undici di Luis Enrique controlla e abbatte sul primo palo le speranza teutoniche, festeggiando il nono centro in questa edizione di Champions.

A questo punto non esiste più alcun dubbio su quale sarà la prima finalista di Berlino. Il Bayern dovrebbe trovare la via del gol addirittura cinque volte per compiere il miracolo qualificazione. La parola fine è scritta, eppure nella ripresa ecco spuntare altri colpi di scena plasmati dall’orgoglio di Guardiola e dei suoi. Non saranno cinque i gol ma soltanto due, per una vittoria di Pirro, certo, utile tuttavia per tornare a casa con la coscienza abbastanza linda. Ter Stegen fa di tutto per non regalare sorrisi ai padroni di casa, però è costretto alla resa quando Lewandowski prima e Mueller poi pescano i jolly che valgono il definitivo 3-2. Magra consolazione per Guardiola, dicevamo. Grande festa invece per Enrique, ora pronto per il check-in con destinazione Berlino e a due passi dal titolo spagnolo. Peccato soltanto per l’infortunio di Suarez, uscito anzitempo a causa di un dolore al tendine di un ginocchio. Non ci voleva a meno di un mese dalla finale di Champions: Juventus o Real Madrid potrebbero, forse, trarne vantaggio.


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