Focus 30° turno: ottimismo Juve, utopia Parma, risvegli milanesi
Di Emanuele SaccardoLa trentesima giornata di Serie A è stata parecchio movimentata, tra sorpassi, sorprese e risvegli. Le due squadre a far notizia vera portano il profilo di Juventus e Lazio. La prima caduta a Parma, la seconda autrice del tanto agognato sorpasso a danno dei cugini giallorossi, che vale al momento il piazzamento diretto in Champions League. Ma è stato anche il turno dei timidi risvegli di Inter e Milan, con i nerazzurri tornati alla vittoria sul campo del Verona e i rossoneri bravi a raddrizzare una gara tignosa contro la temuta Sampdoria.
SBADIGLIO JUVE – Della sconfitta di Allegri e soci si può e si deve parlare, sia per il clamore del proverbiale testa-coda fatale alla capolista, che per il mezzo miracolo d’orgoglio del Parma. Sì, perché i bianconeri arrivavano dal rimontone di Firenze in Coppa Italia (la cui eco, per la Fiorentina, si è fatta sentire nella replica del 3-0 al passivo maturato a Napoli) e viaggiano verso l’appuntamento più importante della stagione, il quarto europeo con il Monaco. Era perciò lecito, anche se non necessariamente obbligatorio, un momento di flessione mentale. Allegri non vuol sentire parlare di titolari e riserve, tuttavia l’aver risparmiato i pezzi pregiati in ottica Champions (viste anche le defezioni di lungo corso causa infortuni) ha gettato le basi per la seconda sconfitta stagionale in campionato. Certo i 12 punti di vantaggio sulla principale inseguitrice, sempre capitolina ma ora biancoceleste, mantengono intatti i sogni di Triplete. Attenzione però al senso dell’umorismo del destino: proprio nel prossimo turno, dopo le fatiche di Coppa, i bianconeri incroceranno i guantoni con la Lazio. E se Pioli dovesse centrare la nona vittoria consecutiva (impresa riuscita soltanto ad Eriksson dalle parti di Formello), i punti di distacco diventerebbero 9. Hai visto mai…
CUORE GIALLOBLU – Passo indietro per far entrare in scena l’orgoglio e la sapienza tattica del Parma e del suo tecnico, Sir Roberto Donadoni. “Sir” per quel suo cercare di stare lontano, signorilmente, dalle polemiche; per quell’atteggiamento da uomo vero che, a dispetto della nota situazione societaria ducale, non gli impedisce di riversare nel lavoro tutto il tanto che conosce con una serenità – almeno apparente – marziana. Il gruppo lo segue: perso il “piagnone” Cassano, rispedite al mittente (senza clamore) le critiche di Lodi, lo spogliatoio continua a far quadrato intorno ad un ambiente da proteggere, fatto di dipendenti e persone prima che di risultati.
Ma prosegue anche la voglia di onorare la maglia: paradossalmente la testa dei giocatori del Parma è sgombra perché da perdere, ormai, resta ben poco. Anzi, è tutto da guadagnare. Ad esempio un’utopistica salvezza sul campo (difficilmente replicabile in tribunale). Sette punti nelle ultime tre partite, lo scalpo eccellente della prima in classifica, alimentano come benzina il sogno di vincerle tutte e, concorrenti permettendo, di raggiungere quota 43 punti: una soglia che potrebbe anche far esplodere la festa in quel che resta di Collecchio. Sarebbe una vittoria di Pirro, però…
SORRISINI ROSSONERAZZURRI – E poi arrivano le milanesi. Tra una settimana si ritroveranno faccia a faccia in un derby dal sapore agrodolce. Con l’Europa lontana e i progetti di ricostruzione che vanno a singhiozzo, Mancini e Inzaghi dovranno fare di necessità virtù e dare tutto per ottenere almeno la supremazia cittadina. Chiaro che le premesse non fanno venire l’acquolina alle due tifoserie, ma in tempi di magra vanno bene anche gli avanzi.
Al momento, per merito del positivo pareggio interno contro la più quotata Sampdoria, il Milan conserva un punticino di vantaggio sui cugini. Super Pippo è apparso mediamente soddisfatto, non del tutto per il risultato, sicuramente molto per l’atteggiamento della squadra – fischi per Cerci a parte. Il Diavolo allunga la striscia positiva, raccoglie il terzo risultato utile di fila (due vittorie e un pari) e pazienza se un “grazie” va a Duncan, autore dell’involontario autogol che ha riequilibrato il match. Resta il rammarico per il palo di Suso che sarebbe valso il 2-1, restano i dubbi sulla tenuta difensiva del Milan, anche ieri sorpreso con troppa facilità da un passaggio centrale al limite dell’area (assist di Eto’o, rete di Soriano). Dubbi che, contro Icardi, sarebbe meglio non far tornare a galla.
Già, perché il baby argentino a Verona ha trovato il sigillo numero 16 della sua stagione. Insieme al redivivo Palacio e all’autorete scaligera, i nerazzurri hanno potuto festeggiare un successo che mancava, in trasferta e in generale, dal 23 febbraio (2-1 a Cagliari). Non è l’accesso alla finale di Champions, ma è pur sempre un’iniezione di fiducia in prospettiva derby.
RISULTATI 30° TURNO SERIE A:
Parma-Juventus 1-0, Genoa-Cagliari 2-0, Verona-Inter 0-3 (giocate sabato), Atalanta-Sassuolo 2-1, Torino-Roma 1-1, Lazio-Empoli 4-0, Napoli-Fiorentina 3-0, Cesena-Chievo 0-1, Udinese-Palermo 1-3, Milan-Sampdoria 1-1.
CLASSIFICA:
Juventus 70, Lazio 58, Roma 57, Napoli 50, Sampdoria e Fiorentina 49, Torino 43, Milan 42, Inter e Genoa* 41, Palermo 38, Sassuolo e Chievo 35, Udinese 34, Empoli e Verona 33, Atalanta 29, Cesena 22, Cagliari 21, Parma* 16.
* una gara in meno
PROSSIMO TURNO (18-19-20 aprile):
Sampdoria-Cesena, Juventus-Lazio, Sassuolo-Torino, Chievo-Udinese, Palermo-Genoa, Roma-Atalanta, Empoli-Parma, Cagliari-Napoli, Inter-Milan, Fiorentina-Verona.
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