Figc: presidenza a Tavecchio, caccia a Conte
Di Emanuele SaccardoIl duello Albertini-Tavecchio si è concluso: sono servite tre votazioni ma alla fine di una convulsa giornata l’Assemblea elettiva di Via Allegri ha raggiunto un verdetto. Carlo Tavecchio, Presidente uscente della Lega Nazionale Dilettanti, è il nuovo capo del calcio italiano. Con il 63,3% dei consensi il settantunenne di Ponte Lambro siede ora sulla poltrona più alta della Figc, con buona pace di chi voleva vederlo ritirarsi all’indomani delle sue “uscite” razziste e maschiliste.
Non sono bastate le critiche populiste e le richieste d’indagine della Fifa, alla fine ha trionfato la politica dei club di Serie A, con la Lazio in testa attraverso la sponsorizzazione di Claudio Lotito. Demetrio Albertini, candidato sconfitto e profilo assai più giovane del neo Presidente eletto, ha fatto i migliori auguri all’avversario ma non ha digerito del tutto il risultato: l’ex centrocampista del Milan ha sottolineato come sia riemerso il corporativismo del patto tra le varie leghe, a suo dire un blocco sempre ostico da scavalcare.
Commissariamento Coni evitato, dunque. O forse non del tutto. La Figc ha de facto un nuovo capo ma trapelano indiscrezioni secondo le quali Malagò, Presidente Coni, avrebbe “consigliato” a Tavecchio un paio di nomi da piazzare in ruoli chiave della Federazione. Il “sentito dire” ne evidenzia soprattutto due: Michele Uva, attuale Direttore Generale di Coni Servizi Spa (in pratica l’uomo che ha le chiavi della cassaforte), e Fiona May, ex atleta azzurra di salto in lungo. Di fatto la May è già una proposta ufficiale dello stesso Tavecchio che, oltre ad essersi proposto come Presidente glamour, la vorrebbe in qualità di consigliere anti razzismo.
Sciolte le riserve su chi avrebbe dovuto guidare il calcio italiano dopo le dimissioni post Mondiale di Abete, i nodi restano ancora tanti. Innanzitutto quello che riguarda la guida tecnica della Nazionale: sembra che Tavecchio voglia dare l’assalto ad Antonio Conte, nome sempre caldo ma inizialmente lontano dai parametri economici della Federazione. Le acque potrebbero iniziare a muoversi sulla base di 3,5 /4 milioni di euro all’anno, cifra proibitiva per le casse della Figc ma non irraggiungibile se messa insieme attraverso bonus e sponsorizzazioni. Conte potrebbe convincersi anche sulla base del ruolo che, a quanto pare, vorrebbe in linea con la precedente gestione Prandelli, sulla scia del tedesco Loew: controllo e coordinamento di tutto il movimento calcistico delle rappresentative nazionali.
Se la pista Conte dovesse nuovamente raffreddarsi, preso atto della difficoltà ad arrivare a Roberto Mancini (per ragioni analoghe dal punto di vista monetario), Tavecchio potrebbe virare su Alberto Zaccheroni; non è una figura gradita a tutti, sia dal punto di vista tecnico che d’immagine, ma al momento le alternative possibili (Tardelli, Cabrini e Guidolin) non fanno saltare di gioia il nuovo Presidente Figc.
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