Pagellone Juve-Barça: Dybala il Re, Mandzukic e Higuain gli scudieri
Di Emanuele SaccardoSerata proverbialmente da incorniciare per la Juventus, che nell’andata dei quarti di Champions mette una mezza ipoteca sul passaggio alle semifinali grazie al rotondo 3-0 ai danni del Barcellona. Primo attore della magica serata dello Stadium è stato Dybala, che con la sontuosa doppietta del primo tempo (sotto gli occhi del ‘maestro’ Messi) ha ribadito doti e crescita confermate via via da quando è approdato a Torino. Niente da fare per i blaugrana che, quasi come a Parigi negli ottavi, confermano il trend zoppicante di una stagione fatta di alti e (troppi) bassi: basti pensare che nel girone eliminatorio la banda di Luis Enrique aveva subito soltanto 4 reti in 6 gare, oggi si risveglia con 8 gol sul groppone in 3 partite tra ottavi e quarti.
Abbiamo scritto mezza ipoteca, comunque, non a caso: visto il precedente proprio degli ottavi (remuntada storica del Barça dopo il 4-0 al passivo sotto la Tour Eiffel), Allegri e i suoi si godono l’impresa casalinga fino a un certo punto. Il ritorno del Camp Nou (19 aprile) sarà probabilmente tutto fuorché una semplice formalità. Resta in ogni caso il fatto che Dybala e compagni hanno dato vita alla partita perfetta: poche sbavature, grande concentrazione, agonismo al massimo, attenzione ai dettagli specialmente in fase di non possesso. Di contro il Barcellona ha sbagliato completamente l’approccio alla partita, esattamente come le era accaduto con il Psg: avvio molle, quasi fosse un’amichevole estiva, reazione tardiva e disordinata come non ti aspetteresti da Messi e soci.
Si confermano i tabù blaugrana della vigilia: quinta trasferta a Torino contro la Juventus, nessuna vittoria (3 sconfitte e 2 pareggi). Si conferma anche l’inviolabilità delle mura amiche bianconere: 22esimo risultato utile consecutivo in Europa (13 successi e 9 pari) che fa il paio con la lunghissima striscia in campionato (32 incontri senza perdere). Insomma, il fattore campo ha contato, come probabilmente conterà in Catalogna. Così come sarà fondamentale la condizione mentale e fisica degli interpreti, alcuni dei quali abbiamo isolato dagli altri dopo i primi 90 minuti di ieri: un focus per capire la loro prestazione, chiave indispensabile per la rilettura dell’incontro.
LE PAGELLE:
JUVENTUS
Buffon 7: ennesima prova da leader del numero uno bianconero. Guida il reparto arretrato, richiama con piglio quando deve, abbozza nei momenti di tensione. Parata super, per importanza, sulla velenosa conclusione di Iniesta nella prima frazione. Resiste all’assalto ospite nella ripresa, difendendo il fortino come sa. Lui, più di tutti, meriterebbe direttamente la Coppa. Capitano vero.
Dani Alves 7: motivazione alle stelle, sia perché gioca per la prima volta da ex con il Barça, sia perché è abituato a certe gare. La foga agonistica lo tradisce un po’ nella prima parte (rimedia anche il giallo), ma insieme ad Alex Sandro ha il merito di tenere alto il pressing e schiacciare nella propria metà campo Sergi Roberto e Mathieu. La sua classe si vede a più riprese, specie nella gestione della palla in spazi ridottissimi. Veterano.
Chiellini 8: il neo laureato Giorgio sfodera una delle partite più belle della carriera: preciso e pulito negli interventi (solo una dormita rischiosa a metà primo tempo), espressione perenne da combattente in volto, prende tutto quello che passa lì dietro – al contrario di Bonucci, apparso più in difficoltà del solito. Impreziosisce la serata e il palmarès con la zuccata del 3-0 (Mascherano ancora lo cerca), la sua specialità. A conti fatti, una rete che potrebbe risultare decisiva ai fini della qualificazione. Fa persino pace con Suarez. Gladiatore buono.
Khedira 6 (politico): il più in difficoltà in mezzo al campo. Parte bene, complice il dormiveglia blaugrana, poi si assopisce anche lui perdendo palloni quasi sanguinosi in zone pericolose. Assolto e promosso perché tiene comunque botta fino alla fine, nella sua miglior stagione per continuità fisica. Professore.
Dybala 8,5: cecchino, opportunista, grande professionista, predestinato: ci fermiamo qui con gli aggettivi per un ragazzo che con la serata di ieri ha avuto la sua prima vera consacrazione. Doppietta da urlo per importanza, bellezza e coefficiente di difficoltà: eppure Dybala rende tutto semplice. In più aiuta la squadra in fase di non possesso e prova a ispirare Higuain. E non molla mai. Futuro sovrano.
Mandzukic e Higuain 9: mezzo punto in più rispetto al Re della serata Dybala. Sì, perché fanno a sportellate per tutta la partita, soffrono, rincorrono e recuperano, pressano e fanno sponde (specie il Pipita). Il croato esce con i crampi, un assist per Dybala e una ammonizione: sintesi perfetta dell’abnegazione e delle attitudini al calcio moderno. Quando poi Mario si mette a fare il terzino, ci si commuove. Scudieri fidàti.
BARCELLONA
Umtiti, Mathieu e Mascherano 5: e siamo generosi. La colpa, stai a vedere, è di Busquets che non c’è. Con lui in campo, Umtiti sarebbe rimasto in panchina e Mascherano avrebbe forse fatto meno danni accanto a Piqué, anche se il modo di marcare dell’argentino è a prescindere da matita rossa. Per Mathieu non ci sono scuse: i piedi son quelli che sono e ancora pesa nella testa la sostituzione punitiva con il Malaga. Naufraghi.
Iniesta 6,5: lui ci prova – come Messi – ma siamo ormai alle prediche nel deserto. Giostra da par suo nel traffico, quasi pareggia con un tocco da consumato giocatore di biliardo, tuttavia non si può non considerare che sì, forse la pancia è piena anche per lui. Senatore sulla via della pensione.
Messi 6: la tappa a Sacile dal nutrizionista di fiducia per un tagliando gli ha fatto bene fino a un certo punto. Sicuramente dal punto di vista fisico, non da quello mentale. L’andamento stagionale pesa sul muso lungo della Pulce, che da subito capisce che non è serata: lui è sul pezzo, tanti dei suoi compagni no. Si mette in proprio un paio di volte e fa venire i brividi a Buffon, ma è un fuoco che si estingue presto per mancanza di inneschi in altre zone del campo. Forse forse, come Neymar, pensa troppo all’arbitro (il polacco Marciniak), fischietto anche della disfatta parigina. Profezia auto avverante.
Neymar 4,5: siamo severissimi perché da lui ci si aspetta sempre il meglio, tipo l’ultima mezz’ora del Camp Nou contro il Psg. Invece il brasiliano entra in campo con lo sguardo torvo e le gambe bloccate, sintomo che il 2-0 con il Malaga e le 3 giornate di squalifica (salterà anche il Clasico) pesano eccome. Ma un quarto di Champions è un quarto di Champions. Rivedibile.
Suarez 10: solo per la pace fatta con Chiellini. Per il resto fa quel che può con quel che ha, cioè poco con pochissimo. Si mangia un paio di gol, ma nessun collo avversario. Vegano ritrovato.
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