Tifoso della Lazio morto: la mia previsione si avvera, purtroppo

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closedd Su un post di qualche tempo fa, scrivevo: “Tutte le partite di tutte le squadre andrebbero giocate soltanto con il pubblico di casa, al fine di evitare incidenti. Ormai gli stadi strabordano di violenza: sono le specchio della nostra società, piena di poveri. I tifosi, specie se disoccupati, sfogano ogni frustrazione allo stadio, e nei dintorni di questo”.

Da qualche ora, è morto un tifoso della Lazio. Le circostanze sono ancora da chiarire. Pare che il ragazzo era tranquillo in auto: solo una vittima. Io so soltanto che è un calcio italiano all’apice della violenza pura. La vedete e sentite ovunque. Dai cori “Devi morire” degli stadi alle trasmissioni tv piene di aggressività.

Ma uno dei problemi più gravi, secondo me, è lo stesso atteggiamento gladatorio di diversi giocatori: in campo, scendono personaggi con gli occhi fuori dalle orbite, che corrono come forsennati e tirano calcioni a destra e a manca, senza neppure saper fare un cross. Eppure la scena è loro, atleti pieni di energie sovraumane, che prendono bei voti in pagella, e strappano contratti faraonici, magari per giocare tre o quattro partite decisive in un anno.

Altri esempi sono quegli attaccanti allucinati che si vedono per 200 minuti nell’arco di una stagione: quando segnano vomitano adrenalina, come se quei gol fossero decisivi per la sopravvivenza del pianeta.

Questi giocatori non fanno nient’altro che trasmettere segnali negativi ai tifosi.

Adesso il ministero dell’Interno pensa di vietare le trasferte ai tifosi: come previsto, appunto.

10 commenti su “Tifoso della Lazio morto: la mia previsione si avvera, purtroppo”
  1. Walter ha detto:

    Il calcio è definitivamente morto. Spero che, nonostante il grande business, venga presa l’unica decisione sensata, cioè quella di fermare il campionato per tutta la stagione e ripartire il prossimo anno con regole nuove.

  2. Cristian ha detto:

    Sinceramente, non sono per nulla d’accordo con quanto scrivi.

    Il calcio è uno sport fatto di contatti e di adrenalina. Esattamente come il Rugby, il Basket ed il Football Americano. Eppure, in NESSUNO di questi sport si vede quello che accade nel calcio. Neppure nei loro Paesi d’origine, dove sono il lo sport Nazionale (il Football per gli USA e il Rugby per i Paesi anglosassoni)

    Cio’ significa che il problema NON E’ dei giocatori o degli allenatori (alcuni dei quali hanno colpe dal pdv SPORTIVO, visto che istigano a cadere e a simulare…) ma di quegli IMBECILLI che ci ostiniamo a chiamare tifosi.

    La colpa e’ anche FORTEMENTE dei Presidenti, che questa feccia la dovrebbero isolare ma che invece, al di la di qualche rara paternale, non fa che supportarla, addirittura offrendo biglietti e trasferte a prezzi “politici”.

  3. francesco ha detto:

    Guarda che i giocatori esagerano…

  4. Daniele ha detto:

    Secondo me la soluzione e’ semplice: stadi vuoti e partite giocate al chiuso per 1 o 2 stagioni. Vedrete che poi, passato questo periodo, il pubblico tornera’ negli stadi e assistera’ alle partite con le “orecchie basse” e con il timore che il provvedimento si ripeta… Peccato sia solo utopia!

  5. gegio ha detto:

    no. la soluzione è proibire le trasferte. se ci sono altri morti, allora che chiudano il calcio.

  6. Massimiliano ha detto:

    Chi scrive degli ultras senza conoscerli non può capire. Ditemi qual è la relazione tra mondo ultras e un poliziotto che spara ad altezza uomo in mezzo ad un autostrada. Quello che è successo poi è degenerato perchè SI VUOLE che sia così. Per far vedere il lato brutto di un mondo che non ne può più di merda e repressione.

    Calcio all’apice della violenza pura? negli anni 30 si sparavano tra “tifosi”, oggi a sparare sono i poliziotti. La violenza vera è quella economica delle pay-tv e dei falsi in bilancio.

    Le trasferte sono il bello del calcio e del tifo, io sono andato per anni in trasferta e senza tifosi dal vivo il calcio è morto, è inutile, è uno schifo.

    Dire che i tifosi sfogano la loro frustrazione è vero forse per i cani sciolti, quelli che allo stadio ci vanno da soli perchè non sanno cosa fare. Le tifoserie organizzate (a parte i casi politicizzati), intendo gli ultras vecchia maniera hanno fatto del calcio una Cultura e del loro modo di fare una Mentalità. Tutti concetti difficili da capire se si vive incollati a Sky.

  7. francesco ha detto:

    Caro Massimiliano, grazie per il tuo contributo, dal quale si evince che la realtà ultras la vivi spesso. Scusami, ma devo dirti che fai confusione: leggi il mio post. Ho parlato di ultras? No. Facevo riferimento a tifosi: sì, proprio i cani sciolti. Che – attenzione – ogni tanto amano infiltrarsi, proprio per fare meglio casino e non essere identificati facilmente. E questo non puoi negarlo.

  8. Massimiliano ha detto:

    sì questo è verissimo. Ho ripensato al mio post e in effetti ho sbagliato a tirare un ballo gli ultras che non erano i destinatari delle tue parole. Ma sono stato preso dalla rabbia perchè in questi giorni tutti i maledetti media non fanno altro che parlare di violenza ultras, mentre la notizia vera è che un poliziotto ha sparato in mezzo ad un’autostrada e ha ucciso un innocente.

  9. zack ha detto:

    La demagogia e superficialità di quanto scritto è davvero imbarazzante: continuiamo a farci del male! Il problema sono i cani sciolti e non i gruppi organizzati? Tipo gli Irriducibili (Lazio) o i Boys (Roma)? Brava gente no? Ma fatemi il piacere…. Il problema sono le trasferte, vero? Infatti il casino che è successo a Bergamo non si sarebbe verificato se non ci fossero stati i milanisti, no? Oppure la devastazione di domenica sera a Roma che ha visto laziali e romanisti uniti, è sempre colpa delle trasferte? O il famoso motorino di San Siro, non sarebbe entrato nello stadio…
    L’unica cosa su cui sono d’accordo è la, purtroppo utopica, proposta di fermare il campionato di calcio di serie A (ma anche di B e di C) per un paio di anni (per inciso, io il calcio lo amo). Ma ci sono troppi interessi economici e politici. E scusatemi se sono lungo, ma chiarisco questo concetto. Interessi economici: quelli che ogni volta rimandano ai valori dello sport, sono spesso gli stessi che di questi valori se ne fregano quando c’è da far giocare 50 partite a stagione solo perchè guadagnano di più dai diritti TV, oppure che non si fanno problemi a combinare arbitraggi e a tentare di “ammorbidire” avversari; sono spesso gli stessi che urlano nei “bar dello sport” trasmessi in tv e che grazie a queste loro urla si conquistano uno stipendio immeritato….
    E gli interessi politici? Ve l’immaginate un’Italia non “anestetizzata” dal calcio? Vabbè, mi rendo conto di essere stato un po’ troppo lungo e la chiudo qui

  10. francesco ha detto:

    Caro Zack, non sei stao lungo. Il tuo commento è davvero interessante. Che ci siano interessi economici e politici attorno al calcio è innegabile. Ma anche i cosiddetti gruppi di potere, attenzione, di fronte a troppi morti devono muoversi. Intanto, niente trasferte. Poi, vedrai, più controllo con telecamere.


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