Ferrero, Guardiola & Co., un calcio che cambia
Di Enrico CannolettaCosa c’entra il vulcanico Presidente della Sampdoria con il tecnico Guardiola? Purtroppo per i tifosi sampdoriani nulla sotto l’aspetto di un’eventuale “matrimonio” sportivo, ma tanto lo ha invece se facciamo alcune considerazioni.
Iniziamo da Massimo Ferrero. Carattere esuberante, spesso fuori dalle righe, specialmente, se ci facciamo caso, soprattutto nei primi mesi della sua scesa in campo come dirigente blucerchiato. Poi Ferrero, seppur lentamente e gradatamente ha mitigato i suoi comportamenti nei confronti dei media, frenato da giudizi poco gratificanti sulla sua persona.
L’intenzione dichiarata del massimo dirigente della società genovese era ed è quella di sdrammatizzare certe situazioni che portano il calcio ad essere più che un gioco o uno sport un aspetto serio e grave del costume nazionale e internazionale.
Certo i tentativi effettuati da Ferrero sono spesso stati interpretati eccessivi, ma si tratta pur sempre di una persona che arriva dal mondo dello spettacolo e ha nel “sangue” un modo eclatante di esprimersi.
Dobbiamo ammettere però che ha imparato presto il suo mestiere di presidente, se giudichiamo dalla squadra, che anche se penalizzata dai risultati, viene considerata molto adeguata.
Ferrero ha pagato quindi di persona i giudizi che sono stati formulati sul suo conto, in un ambiente dove tutto viene preso estremamente sul serio, e nel quale, seppure si auspichi un ritorno ai valori di un tempo, tutti si lamentano se qualcuno ci prova.
Ed ecco il punto di contatto con Pep Guardiola. Il tecnico del Manchester City ha adottato in questi giorni alcune iniziative che potrebbero apparire rigide o impopolari, ma che sono certamente in linea col recupero di una dimensione che questo sport possedeva in passato.
Guardiola impedisce l’utilizzo di cellulari e internet durante la giornata, a tutti gli atleti del ManCity. Qualcuno tra loro, lamentandosi ha dichiarato di sentirsi addirittura escluso dal mondo. Ma il tecnico ha rilanciato ancora, impedendo ai giocatori più giovani di indossare scarpette sgargianti, come la nuova “moda” diffusa tra i calciatori impone in questi ultimi tempi, chiedendo un adeguamento ad un’estetica più sobria e seria.
Insomma, nella speranza che iniziative come quella di Ferrero e Guardiola non vengano troppo penalizzate da falsi moralisti e finti benpensanti, facciamo anche noi un esame di coscienza per sostenere con coerenza quanto ci sembra possa dare al calcio un futuro da Sport.
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