Italia-Inghilterra e il dubbio amletico: Balotelli o Immobile?
Di Emanuele SaccardoAlla vigilia del campionato del Mondo di calcio più bollente del millennio, a ventiquattr’ore abbondanti dal match di apertura tra Brasile e Croazia nella controversa realtà di San Paolo arroventata da legittime proteste popolari, i sessanta milioni di c.t. rimasti nel Belpaese s’interrogano sulle scelte di Prandelli. Balotelli o Immobile, questo (sembra) il dilemma.
Al Portobello Safari Resort di Mangaratiba, sede del ritiro azzurro per i Mondiali, pare non si parli d’altro; o, almeno, poco oltre le mura di Casa Azzurri, laddove i giornalisti elucubrano forsennatamente intorno all’undici titolare che sabato alle 18 (mezzanotte in Italia) aprirà le danze della rassegna contro l’Inghilterra formato “linea verde” di Hodgson. Sembra essere la solita vecchia storia: dalla staffetta Rivera-Mazzola di Messico ’70 al dualismo Baggio-Del Piero di Francia ’98, il popolo italico deve arrovellarsi su quale bomber o presunto tale sia maggiormente adatto alla causa di Scipio. Tenuto conto che, quasi per scaramanzia, dalle nostre parti si carbura assai lentamente in quanto a tifo per la Nazionale; una sorta di diesel del supporter che prende i giri giusti solo dagli ottavi in avanti – se ci si arriva. Prima è un susseguirsi di congetture, disillusioni, scetticismo: sentimenti che nel 1982 e nel 2006 portarono assai bene.
Non fu così per Italia ’90, nella kermesse casalinga che ci vedeva favoriti (e lo eravamo davvero, mica solo chiacchiere) e che sancì un affetto per la Nazionale senza precedenti. Il presunto dualismo fra Balotelli e Immobile somiglia in effetti molto più all’avvicendamento tra Carnevale e Schillaci proprio di quella lontana estate italiana: l’allora attaccante del Napoli fu rimpiazzato dallo spiritato siciliano che si prese la scena e la classifica cannonieri, portandoci ad un soffio da una vera notte magica. Carnevale non prese bene l’esclusione e insultò Vicini che si vide costretto ad escluderlo dal giro azzurro.
Il parallelo con eventuali intemperanze di Super Mario è quasi spontaneo, date le proverbiali balotellate cui la punta del Milan ci ha spesso abituati. Attenzione però a non travisare la realtà dei fatti: Mario e Ciro, il bresciano e il napoletano, sono sembrati andare d’amore e d’accordo come testimonia, fra l’altro, la foto dell’articolo. Non solo: a parere di molti i due sarebbero addirittura complementari. Balotelli sa tenere il pallone, fa salire la squadra, gioca abbastanza lontano dall’area da poter favorire gli inserimenti di un attaccante come Immobile, molto bravo a giocare negli ultimi sedici metri e, cosa che più conta, in stato di grazia dall’inizio della stagione (22 reti in Serie A, tripletta nell’ultimo test contro il Fluminense).
A favore del neo acquisto del Borussia Dortmund giocano l’affiatamento con Insigne e Verratti, gli ex compagni di squadra della giostra zemaniana a Pescara: se il folletto del Napoli non è certo del posto in squadra, lo è invece il cervello del Psg attraverso il quale Prandelli ha impostato un doppio playmaker a centrocampo per liberare Pirlo dalle marcature avversarie. Ma dalla parte di Balotelli c’è il fatto che, a meno di sorprese dell’ultima ora, il c.t. azzurro ha previsto un modulo con un’unica punta, ruolo interpretabile proprio dal bresciano capace appunto di favorire i tagli dei centrocampisti.
Gli ultimi sonni scioglieranno i dubbi del tecnico azzurro (ammesso che ne abbia ancora) che certamente non si farà condizionare dal furor di popolo. O forse sì, chissà: le notti portano consiglio e il “vox populi, vox Dei” qualche volta ha mostrato più di una ragione per essere preso in considerazione. Cesare Maldini ne fece tesoro con Roberto Baggio, magari nel caldo umido di Manaus Prandelli prenderà spunto.
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