Ancora brutta Italia, ci pensano Belotti e Immobile
Di Emanuele Saccardo24′ Belotti (I), 12′ st Nestorovski (M), 14′ st Hasani (M), 30′ st e 47′ st Immobile
Come contro la Spagna, ancora una volta l’Italia ha mostrato il bello e il brutto del proprio repertorio. Vizi e virtù si sono mescolati anche sul terreno di gioco di Skopje, per la prima assoluta tra i padroni di casa macedoni e gli Azzurri. Tanta fatica nel trovare idee di gioco convincenti, ma un carattere indistruttibile che ha guidato verso l’impresa. Incoscienza della gioventù che tuttavia va integrata con accorgimenti tattici ben precisi.
Nella terra di Alessandro il grande, il visionario condottiero che costrinse la Persia a mettersi in ginocchio, ci ha pensato Ciro ad evitare una sconfitta che sarebbe somigliata a una Corea atto secondo. Ciro, sì, ma non quello persiano: Immobile, bomber della Lazio, ha trovato la forza di ribaltare le sorti di un incontro che si era messo di traverso alle ambizioni dell’Italia.
Come accaduto pochi giorni fa allo Juventus Stadium contro la Spagna, l’Italia parte contratta faticando a far girare palla in mezzo, singhiozzando nel cercare trame offensive. Ventura ci ha messo un pochino del suo: fuori cinque degli undici che avevano riacciuffato la partita contro gli iberici, spazio alla linea verde. A centrocampo Candreva, Verratti e Bernardeschi: tanto fosforo ma poca stamina, il risultato è stato un predominio macedone delle operazioni.
Per fortuna là davanti, complice l’assenza punitiva di Pellè, è toccato a Immobile e Belotti, coppia di attaccanti che il c.t. ed ex loro allenatore granata conosce bene. A dirla tutta, però, bisognava essere ciechi per non essersi resi conto che contro la Spagna sono stati loro due a permettere di raddrizzare la gara.
Ieri, dopo i primi venti minuti di sofferenza conditi da una traversa macedone e da un paio di interventi di Buffon, ci ha pensato Belotti: per lui primo centro assoluto con la maglia dell’Italia sugli sviluppi di un corner battuto da Bernardeschi. Il Gallo, spuntato davanti al portiere, insaccava con un bel colpo al volo.
Tutta discesa, da lì in avanti? Manco per niente. Invece che cercare il colpo del ko e scrollarsi di dosso l’apatica confusione della prima mezz’ora, l’Italia concede il fianco alle ripartenze della Macedonia. Per fortuna si va al riposo con il vantaggio di Belotti, ma Ventura ha il torto di non cambiare niente all’intervallo.
I macedoni, al contrario, capiscono che fare l’impresa si può e nel giro di due minuti ribaltano la situazione: prima al 57′, grazie al grave errore di Verratti che in fase di appoggio serve Nestorovski, bravo a puntare Bonucci e dal limite a piazzare nell’angolino dove Buffon non può arrivare; poi al 59′, quando è Bernardeschi a innescare al contropiede macedone, con Hasani a rifinire battendo di nuovo Gigi.
A questo punto Ventura corre ai ripari: dentro Sansone e Parolo per i bocciati Bonaventura e Bernardeschi. Centrocampo più equilibrato, difesa a quattro con Romagnoli spostato largo sulla corsia di sinistra. Ma serve un gol, almeno per riaprire la partita e soprattutto per non perdere già terreno dalla Spagna (2-0 all’Albania).
Detto fatto e sale in cattedra Ciro Immobile. Dopo che Buffon salva tutto su Mojsov, la punta biancoceleste trova il 2-2 di rapina (75′), si vede annullare un gol regolare (89′) e in pieno recupero inventa la rete del definitivo sorpasso, di testa a pochi passi dalla porta (92′). Infinite grazie a lui, perché l’Italia esce da Skopje con tre punti che in totale diventano sette – come gli iberici – e tiene vivo il discorso Russia 2018. Ma il lavoro da fare è ancora tanto.
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