L’Olanda si arrende ai rigori: terza finale tra Germania e Argentina

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imageOlanda – Argentina 0-0 (2-4 d.c.r.)

Dimenticate il suggestivo spettacolo orfano di tattica visto tra Germania e Brasile (per colpa della Verdeoro, ovviamente); scordatevi folate offensive, difensori senza mappa e grappoli di gol manco fosse un’amichevole agostana fra professionisti e dilettanti. Ecco, fate tabula rasa: ora arriva il calcio vero.

Quello perfetto secondo Brera, il gioco da 0-0 che non si scalfisce nemmeno ai supplementari; quello che ti tiene incollato allo schermo, in attesa del colpo di scena, della giocata ad effetto di Messi o Robben; quello in cui però i c.t. la sanno lunga e sezionano il cervello alla ricerca delle contromosse strategiche, come se in Sabella e Van Gaal avessero trovato posto le anime scacchiste di Karpov e Kasparov. Quindi zero spazio alla fantasia dei fenomeni in campo, largo agli stampelloni centrali che fermano tutto ciò che vedono o possono. Largo ai centrocampisti-mastino tipo Nigel De Jong, al 60% dopo l’infortunio ma in grado di mettere il bavaglio alle giocate di Messi.

Argentina-Olanda è stato tutto questo e molto altro, soprattutto noia – per chi è contrario alle logiche breriane di cui sopra, of course. La paura di perdere si è via via fatta più tangibile mano mano che i minuti trascorrevano. A parte una punizione della Pulce nella prima frazione, peraltro sventata senza patemi da Cillesen, e una semi colossale palla-gol capitata sui piedi di Robben allo scadere del tempo regolamentare (nell’occasione monumentale Mascherano a disinnescare il talento olandese), gli sbadigli si sono sprecati. La posta in palio era troppo alta e la semifinale del giorno precedente deve aver lasciato qualche scia nei protagonisti in campo ieri: l’Olanda andava a caccia della seconda finale consecutiva dopo Sudafrica 2010, l’Albiceleste sognava l’ennesimo scontro con la Germania e l’atto finale del torneo atteso 24 anni.

Alla fine sono serviti i calci di rigore e non sarebbe potuta finire diversamente. Questa volta Van Gaal ha deciso di non affidarsi al porta fortuna Krul, capace di parare due penalty alla Costa Rica, ma di tenere tra i pali il titolare Cillesen: gli è andata male, l’eroe con i guanti è stato l’argentino Romero. L’ex estremo difensore della Sampdoria ha trascinato i suoi oltre l’ostacolo ribattendo le conclusioni di Vlaar e Sneijder, mandando in delirio il popolo della Pampa e sbarrando la strada ai propositi di rivincita Oranje.

Pochi rimpianti per Van Gaal & C., tra questi forse l’essersi affidato a Robin Van Persie, parso l’ombra del giocatore che aveva incantato nel girone – specialmente contro la Spagna. Tanta, invece, la gioia di Sabella e soci: dopo quasi un quarto di secolo l’Argentina torna a giocarsi la Coppa più ambita e lo farà nella terra degli “odiati” brasiliani, costretti ad accontentarsi della “finalina” insieme all’Olanda. Germania-Argentina sarà l’ultimo capitolo di una storia lunga quasi un secolo: dal 1930 ad oggi, infatti, le due Nazionali si sono affrontate in sei occasioni, sette con l’appuntamento di domenica prossima. Insieme a Germania-Serbia e Brasile-Svezia è in assoluto il match più giocato ai campionati del Mondo. Non solo: Germania-Argentina diventerà la finale più disputata. Sarà il terzo appuntamento, epilogo degli scontri di Messico ’86 (3-2 per la squadra guidata da Maradona) e Italia ’90 (successo tedesco grazie alla firma di Brehme su rigore).

La resa dei conti decreterà quindi la supremazia calcistica di una nazione a scapito dell’altra: si accettano scommesse, il pronostico non è di facile lettura. Non lo è mai quando stai per giocarti tutto sulla ruota “mondiale”, quella che conduce dritti al tetto del pianeta.

FINALE 3°-4° POSTO:

Brasile – Olanda (sabato 12/07, ore 22, Estádio Nacional de Brasilia, Brasilia)

FINALE 1°-2° POSTO:

Germania – Argentina (domenica 13/07, ore 21, Estádio Maracanã, Rio de Janeiro)


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