Gabbiadini, la rinascita oltre Manica: giocatore del mese in Premier
Di Emanuele SaccardoCome deve sembrargli lontana Napoli, quanto sconosciuto gli deve apparire il recente passato tra panchine e silenzi malcelati. Quanto distante il rapporto mai decollato con Maurizio Sarri. Manolo Gabbiadini, attaccante classe ’91, si è già preso la sua rivincita: oltre il 40% dei tifosi inglesi, infatti, lo ha votato miglior giocatore della Premier League del mese di febbraio. Con la bellezza di 16.226 voti, la punta di casa nostra ha battuto la concorrenza di Kane (Tottenham, 11.665 voti) e Lukaku (Chelsea, staccatissimo a quota 5081).
Una bella soddisfazione per Gabbiadini che, certo, non dimentica la sofferenza all’ombra del Vesuvio, ma che, come dicevamo, la mette sullo sfondo archiviandola tra le esperienze utili alla crescita. E Manolo è cresciuto, l’impatto con la massima divisione inglese è stato devastante: 3 reti nelle prime 2 partite con la nuova maglia dei Saints (in totale ora sono 4 in 3 gare), cui si è aggiunta la doppietta – purtroppo per lui inutile – contro il Manchester United in finale di EFL Cup a Wembley. Dal 31 gennaio, dunque, per Gabbiadini 6 sigilli in 331 minuti: calcolatrice alla mano, uno ogni 55.
Una media che, oltre a essergli valsa il riconoscimento di miglior giocatore, evidenzia il salto di qualità che Gabbiadini ha fatto e sta facendo al di là della Manica. Sarà stata la voglia di rivincita, la fame di campo dopo troppe panchine; sarà che in Premier si respira un’aria differente, più leggera e stimolante (lo dice ogni emigrato del pallone); sarà che la maturazione di un uomo e di un atleta passa dai fisiologici momenti di difficoltà. Sarà quello che volete, resta il fatto che Gabbiadini ha stupito tutti, per primo se stesso. Manolo lo ha dichiarato apertamente: non si aspettava di avere un impatto simile e così in fretta in una nuova realtà.
I tifosi del Southampton gongolano. Dopo aver dedicato all’attaccante l’ennesimo coro partorito in un niente, hanno preso consapevolezza di aver trovato il degno erede di Graziano Pellè, partito alla scoperta della Cina pochi mesi fa. Attitudine diversa, sia fisica che tecnica, ma un minimo comune denominatore (oltre alla nazionalità): la voglia di fare. Non servirà a raggiungere di nuovo l’Europa, perché al momento i Saints occupano il decimo posto ad appena 33 punti, ben 17 dell’Arsenal quinto. Sicuramente però quella voglia di fare tornerà utile a partire dalla prossima stagione. Quella del Mondiale russo. Chissà che per Gabbiadini non possa tornare di moda l’azzurro.
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