Juve sottoToni e Conte s’infuria, Higuain fa piangere ‘Dad Boy’ Balotelli

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conte-furiaNon basta Carlos Tevez, non basta la prima mezz’ora di gioco in cui tutto fa rima con ordinaria amministrazione. Al Bentegodi la Juventus scopre una parte dei propri limiti (tutti difensivi ma, a onor del vero, mancava Barzagli) e lascia agli almanacchi un pareggio subito a tempo praticamente scaduto.

Contro il Verona la capolista scivola su Luca Toni, l’ex di turno a suo tempo epurato da Conte: il bomber del Verona sigla la rete numero undici in questo campionato, forse non la più bella ma certamente la più sentita. E’ il sigillo che dà il via alla rimonta, è la firma dell’attaccante che non muore mai, è il timbro rumoroso di chi ha saputo stare in silenzio quando un certo tecnico decise di relegarlo ai margini di un certo progetto bianconero perché considerato “bollito”. Toni ha sempre preferito alle parole i fatti e, ieri pomeriggio, ne ha dato l’ennesima dimostrazione.

Quel tecnico di cui sopra, Antonio Conte, è uscito dallo stadio visibilmente furente. Non gli va giù il 2-2 scaligero, non gli vanno giù le distrazioni della retroguardia che hanno permesso ai padroni di casa di fare due gol praticamente in fotocopia. L’ira funesta del mister pugliese si è abbattuta all’istante sul gruppo: cancellato il giorno di riposo fissato per oggi e tutti al lavoro per ricalibrare lo spogliatoio, trovare nuova concentrazione e quella fame tanto cara al diktat juventino dell’ultimo triennio.

La Roma, uscita dal derby con un punto che sa di rammarico, sorride comunque perché le distanze dalla prima della classe restano immutate e, soprattutto, c’è ancora da giocare il recupero contro il Parma. La Lazio, dal canto suo, prosegue nella striscia positiva cominciata grazie al ritorno di Reja in panchina; arginare l’esuberanza dei giallorossi è stato il miglior antidoto alla ferita rimasta aperta in seguito all’addio di Hernanes.

Proprio il profeta brasiliano ha rischiato di bagnare il debutto andando in gol con la nuova maglia dell’Inter: buona la sua prestazione che è coincisa con la prima vittoria nerazzurra del 2014. Mazzarri si lascia alle spalle qualche fantasma ma non i dubbi sull’impianto di gioco dei suoi, anche se alla vigilia aveva ampiamente sottolineato quanto fosse indispensabile, prima di ogni altra cosa, tornare a fare i tre punti. Ci ha pensato Samuel, simbolo della vecchia guardia del triplete: l’argentino, che bomber non è, si è travestito da match winner spingendo il Sassuolo un passo in più verso l’inferno.

Inferno che torna ad avvolgere anche il Milan e Balotelli. Sabato l’allegria di Seedorf si è infranta contro il muro napoletano eretto da Benitez: nonostante il vantaggio messo a segno dal nuovo arrivo Taarabt (biglietto da visita niente male per il trequartista marocchino), il Diavolo non ha potuto nulla contro le incursioni orchestrate dai partenopei. Abbiati ha preso il pallottoliere e ha contato più di venti conclusioni verso la propria porta, quindici nello specchio. Alla fine Inler e due volte Higuain (alla terza doppietta italiana) hanno annichilito i rossoneri, di cui Super Mario è il simbolo della disfatta.

Le sue lacrime dopo la sostituzione raccontano un malessere che certamente giunge in parte anche dalla vita privata – in pochi giorni Balo è passato dall’essere Bad Boy a Dad Boy – ma che suggeriscono una tensione figlia della mancanza di continuità nei risultati di squadra e nelle prestazioni personali. Occhio, perché all’orizzonte si staglia il profilo minaccioso dell’Atletico Madrid.

RISULTATI 23° TURNO SERIE A:

Fiorentina-Atalanta 2-0, Udinese-Chievo 3-0, Napoli-Milan 3-1 (giocate sabato), Torino-Bologna 1-2, Lazio-Roma 0-0, Parma-Catania 0-0, Verona-Juventus 2-2, Sampdoria-Cagliari 1-0, Livorno-Genoa 0-1, Inter-Sassuolo 1-0.

CLASSIFICA:

Juventus 60, Roma 51*, Napoli 47, Fiorentina 44, Inter e Verona 36, Torino e Parma* 33, Lazio 32, Genoa 30, Milan 29, Sampdoria 28, Atalanta 27, Udinese 26, Cagliari 24, Bologna 21, Chievo 18, Livorno e Sassuolo 17, Catania 16.

* una gara in meno


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