Torino sprecone, Milan depressione: 1-1 in un Glik
Di Emanuele SaccardoCuore Toro e orgoglio granata, nervosismo e paura di perdere in casa rossonera. L’estrema sintesi della gara andata in scena all’Olimpico di Torino è specchio fedele dei due allenatori, Giampiero Ventura e Filippo Inzaghi. Tra di loro ballano circa 200 panchine che si traducono in emozioni differenti, agli antipodi, trasmesse ai rispettivi calciatori.
Da un lato i Granata non smettono di credere ad una salvezza tranquilla a prescindere dagli avversari da incontrare lungo il cammino: il gruppo conosce i propri limiti, sa che ripetere un’annata come quella dello scorso campionato è pressoché impossibile. Perciò si affida all’orgoglio, all’organizzazione e al cuore. Sul fronte rossonero si pecca di inesperienza (da un lato) e paura di gestire un vantaggio maturato troppo in fretta (dall’altro). Come nella gara persa contro il Sassuolo, un gol segnato entro i primi dieci minuti declina in incapacità di mantenere il possesso del pallone per il resto del match. E tutto si complica se per la sesta volta in 18 incontri ti trovi a giocare in inferiorità numerica per una espulsione.
Il Torino arrivava da 4 risultati utili consecutivi (3 pareggi e una vittoria), il Milan da appena 2 successi nelle ultime 10 gare disputate – senza raccogliere i 3 punti fuori casa dal 19 ottobre scorso, per giunta. Presupposti che potevano dare un indirizzo preciso ai pronostici, ma tra i Granata e il Diavolo non è mai una partita scontata, sia quel che sia la classifica. E la classifica non è certo un dettaglio da poco per Ventura e Inzaghi: il primo deve allontanarsi quanto prima dalle zone bollenti del fondo, il secondo rischia di vedere ulteriormente rimpicciolirsi l’uscio che fa rima con competizioni europee.
L’avvio del match è di marca milanista, nemmeno 180 secondi e Menez fa girare la testa a Darmian che, ingenuamente, lo tocca il tanto che basta per convincere Rocchi a decretare il rigore numero 6 del suo torneo – su 8 gare arbitrate. Menez dal dischetto calcia alla Gigi Riva e supera così Padelli. Poche esultanze dalle parti della panchina di Inzaghi, il ricordo della rimonta subita dal Sassuolo è troppo recente. Vale pure per Montolivo e compagni, perciò i rossoneri prendono in mano il pallino del gioco e cercano di rendersi ancora pericolosi per provare a sigillare la gara e il bottino pieno. Il tutto dura meno di un quarto d’ora: Farnerud e la coppia d’attacco torinista Quagliarella-Martinez sono indemoniati e spaventano il triumvirato De Jong-Muntari-Montolivo a metà campo, Darmian fa ammattire De Sciglio sulla fascia, Diego Lopez scalda a più riprese i guantoni e tiene a galla il risultato a favore. Non possono bastare la verve di Bonaventura e Niang, quest’ultimo alla prima da titolare in campionato.
In mezzo il Milan balla parecchio, recupera poco e male il pallone e non offre adeguata copertura alla difesa che puntualmente va in bambola; più volte, infatti, Mexes e Ramì lasciano praterie centrali nelle quali le maglie granata scorrazzano felici. L’aggressività che vuole Inzaghi viene forse male interpretata dai suoi che la traducono in nervosismo: troppi falli, troppe entrate fuori tempo e misura, troppi gialli. Soprattutto per De Sciglio che, seminato per l’ennesima volta da Darmian, si becca la seconda ammonizione e lascia i suoi in dieci per tutta la ripresa. Il sesto rosso per il Milan coincide con la sesta espulsione comminata da Rocchi in questo torneo. Forse è un caso, forse no: il Milan non è fortunato con l’arbitro in questione e nel secondo tempo, puntuale come le tasse, arriva lo strameritato pareggio dei padroni di casa.
Dopo la bellezza di 13 palle gol sprecate (tra cui un palo colpito di testa da Darmian) contro le 3 del Milan – rigore incluso -, dopo 32 minuti di possesso palla contro 18, il Torino trova finalmente il pari: ennesima disattenzione difensiva su palle inattive per la retroguardia del Milan e quinto centro stagionale per Glik. Il capitano del Torino, giunto al quarto sigillo consecutivo, fa esplodere lo stadio e lascia fluttuare nell’aria l’idea che, adesso, contro questo Milan si può vincere.
Quelli che avevano visto il bicchiere mezzo pieno dopo le barricate di Inzaghi contro la Roma, forse lo vedranno mezzo vuoto dopo quelle dell’Olimpico all’ombra della Mole: con Niang (il più brillante) già sostituito per far posto ad Abate dopo l’espulsione di De Sciglio, e Pazzini a scaldarsi per quasi tutta la ripresa, Super Pippo decide di abbassare ancora il già rasoterra baricentro della squadra togliendo Menez. Ciò che ne deriva è un 5-4 senza punte che fa presagire il peggio: stai a vedere che non la portiamo a casa, o almeno è quello che sembrano dire lo sguardo torvo di Muntari (furente a margine della sostituzione) e quello vacuo di Menez. Il Toro a testa bassa prova fino all’ultimo a dare un dispiacere all’illustre ex Cerci (rimasto a guardare dalla panchina) ma senza riuscirci. Bene così lo stesso per Ventura, male uguale per Inzaghi cui, forse, la pausa natalizia non ha fatto benissimo – e neanche la vittoria di Pirro sul vacanziero e scarico Real Madrid nel parco giochi del Qatar.
RISULTATI ANTICIPI 18° TURNO:
Sassuolo-Udinese 1-1
15′ Zaza, 26′ Thereau
Torino-Milan 1-1
3′ rig. Menez, 81′ Glik
CLASSIFICA:
Juventus 40, Roma 39, Lazio e Napoli 30, Sampdoria e Genoa 27, Milan* 26, Palermo 25, Fiorentina e Sassuolo* 24, Udinese*23, Inter 22, Torino* 19, Empoli e Verona 18, Chievo 17, Atalanta 16, Cagliari 12, Cesena e Parma 9.
* una gara in più
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