Serie A: Vince la Juventus. Bene il Parma. Tutta la serie B. Analisi e commenti.
Di Alessandro LugliStravince la Juventus nell’anticipo della 27a giornata di Serie A rifilando un 4-1 all’Udinese nonostante l’ampio turnover varato da Allegri. Senza CR7, a riposo in vista della Champions, a prendersi la scena è stato il classe 2000 Kean con una doppietta tra l’11’ e il 39′. Kean si è procurato il rigore realizzato da Can al 67′ prima del poker firmato di testa da Matuidi al 71′. Nel finale la rete di Lasagna per l’Udinese. La Juventus ha vinto, anzi stravinto anche la sfida del 27° turno di Serie A, ma questa volta lo ha fatto senza buona parte della sua ossatura titolare. L’impegno di Champions contro l’Atletico è all’orizzonte, un’impresa da realizzare troppo importante per regalare minuti ed energie a un campionato ormai praticamente in bacheca. Eppure, quando qualcuno ha provato a ipotizzare un mezzo giro a vuoto della capolista, gli uomini di Allegri hanno tirato fuori dal cilindro un 4-1 senza appello all’Udinese e soprattutto quel Moise Kean che alla prima da titolare in Serie A con la maglia della Juventus ha firmato una doppietta da predestinato strappando applausi. La rete subita da Lasagna a cinque minuti dalla fine ha mandato su tutte le furie Allegri: distrazioni del genere saranno assolutamente vietate contro l’Atletico. Senza Ronaldo, Dybala e Mandzukic, il tecnico bianconero ha mandato in campo una squadra camaleontica nelle sue seconde linee, un 3-5-2 che in fase difensiva e di ripartenza si è trasformato spesso in un 3-4-3 con Matuidi pronto a inserirsi sulla sinistra tra Alex Sandro e il centravanti. E proprio dalla sinistra è arrivata praticamente subito l’azione del vantaggio: all’11’ Alex Sandro ha rubato un pallone sulla trequarti approfittando di un errore del giovane Wilmot, servendo a Kean con la deviazione di De Maio il pallone per l’1-0 al primo pallone toccato nella partita dal “Millennial” bianconero. Un’altra deviazione, ancora più decisiva, ha permesso al centravanti di firmare la doppietta al 39′ battendo con un tocco da calcetto, di punta e con la deviazione di Wilmot, Musso sul suo palo. Tutto facile con una sola nota negativa: l’infortunio di Barzagli. Nella ripresa è stato poco più di un allenamento per la Juventus. Con l’Udinese impaurita dalla sua stessa ombra e sfiduciata, rimaneggiata nelle idee e negli infortuni, i bianconeri hanno trovato il tris con la complicità di Kean che al 67′ ha mandato in tilt Opoku anticipandolo in area e procurandosi il rigore realizzato da Emre Can. Pochi minuti più tardi è arrivato anche il poker con un inserimento di testa di Matuidi ben servito da Bentancur in un’azione che il tecnico juventino ha voluto studiare anche per sorprendere l’Atletico martedì. Nel finale la rete di Lasagna è servita solamente a due cose: primo a salvare l’onore dell’Udinese; secondo a far infuriare Allegri in una serata tutto sommato tranquilla. La quiete prima della tempesta europea. (sportmediaset)
Il Parma batte il Genoa al Tardini nel sabato pomeriggio della 27.ima giornata di Serie A al termine di una partita difficile e con poche occasioni. Decisivo è il grande ex della partita, Juraj Kucka, che sfrutta un incredibile batti e ribatti in area e al 78′ segna il gol del decisivo 1-0. La rete viene convalidata dal Var dopo qualche secondo di incertezza e con il Genoa che polemizza per l’assegnazione del corner che ha dato il via all’azione.
LA PARTITA
Serve un guizzo di Juraj Kucka per risolvere Parma-Genoa, sfida chiusa e con poche emozioni tra due squadre appaiate a metà classifica a quota 30 punti. Un equilibrio totale, con un primo tempo più a favore degli emiliani e una ripresa a maggiori tinte rossoblù. Che però vede alla fine andare in rete il grande ex del pomeriggio del Tardini, che conferma il suo ottimo impatto con Parma regalando tre punti d’oro ai suoi. Sono speculari e di fatto si annullano le formazioni di D’Aversa e Prandelli (grande ex al ritorno in quel Tardini che una quindicina di anni fa lo vide condottiero di due stagioni europee per i ducali): i due 4-3-3 messi in campo dai due tecnici producono infatti un primo tempo in cui le occasioni tardono ad arrivare. A partire con il piede giusto sono gli ospiti, con Criscito che ci prova dalla distanza al 2′ (Sepe gli dice di no) e Bessa che triangola con Kouamé e poi va alla conclusione due minuti dopo: il pallone è però largo. A questo punto il Parma prende il controllo delle operazioni, senza però riuscire a spaventare l’esordiente portiere brasiliano Jandrei, arrivato a gennaio dalla Chapecoense e alla prima presenza in serie A. In particolare sono Gervinho e Siligardi a trovare tutti gli spazi intasati, mentre Inglese si dà un gran da fare ma resta abbandonato al centro dell’attacco parmense. Ed è proprio lui a costruirsi la più limpida occasione del primo tempo, quando al 38′ raccoglie con uno spettacolare controllo di destro un lungo lancio di Scozzarella, si gira su se stesso e trova la sforbiciata mancina: pallone sul fondo, ma gran bel tentativo per l’ex centravanti del Chievo. Primo tempo avaro di emozioni, dunque, e nella ripresa il Genoa scende in campo con l’intenzione di provare a spaventare gli avversari. Il Grifone attacca infatti con più continuità, in particolare a sinistra dove capitan Criscito spesso e volentieri si rende utile anche in avanti. Da lui nasce infatti un’interessante azione che Kouamé non riesce a capitalizzare. Ma i rossoblù capiscono di poterla vincere e insistono: al 63′ Sanabria ci prova di testa e poi al volo sulla ribattuta di Sepe (palla altissima sopra la traversa). Nei successivi cinque minuti sono quindi la sforbiciata di Lerager e il colpo di testa dello stesso Sanabria a far trattenere il fiato al Tardini. Ma il gol non arriva. D’Aversa prova a cambiare qualcosa con Biabiany al posto di Scozzarella e qualche effetto lo si vede: al 75′ Kucka lancia infatti il contropiede di Gervinho, che però non riesce a chiudere il triangolo, e qualche secondo dopo Inglese entra in area dopo aver saltato Romero, ma viene chiuso in corner. I padroni di casa sono però finalmente in palla e la dimostrazione arriva al 78′, quando arriva il gol dopo un’azione che definire rocambolesca sarebbe riduttivo: corner Parma, traversa di Kucka, palo di Rigoni sulla ribattuta e alla fine è lo slovacco a buttare il pallone in rete. Nessuna esultanza per lui (ex della partita), ma nemmeno per il Tardini che deve attendere il responso del Var. Ma dopo qualche secondo di esitazione Sacchi convalida e a Parma si scatena la festa. Il Genoa non ci sta e prova a riversarsi nuovamente in avanti: Lazovic spaventa Sepe su punizione, ma è il Parma a gettare alle ortiche la possibilità di pareggiare. Avviene a tempo scaduto quando Biabiany recupera una palla vagante a centrocampo e lancia Gervinho, l’ivoriano corre indisturbato verso Jandrei, lo salta e poi spara in curva. Il Parma trattiene il fiato ancora per qualche secondo, ma può poi festeggiare i tre punti. Quelli regalati dal proverbiale ex di turno. (sportmediaset)
Il Brescia rimonta il Cosenza nella 28.a giornata di Serie B e vince 3-2 al 94’ con il gol di Bisoli. Doppio vantaggio calabrese con Bruccini ed Embalo, nella ripresa Spalek e il rigore Donnarumma raddrizzano la situazione prima dell’euforia finale. Il Lecce si prende il derby con il Foggia 1-0, perde male il Pescara, travolto 4-1 dal Cittadella.
Il Padova vince 2-0 contro lo Spezia e raggiunge il Crotone, lasciando ultimo il Carpi. Cosenza-Brescia 2-3 Messaggio a tutto il campionato: non bastano 2 gol per battere questo Brescia, capace di rimontare nel secondo tempo a Cosenza e passare 3-2 al 94’ con Bisoli. Primo tempo complicato per la capolista, sotto contro un ottimo Cosenza che prima segna con Bruccini al 19’ da fuori, anche grazie a una deviazione decisiva di Romagnoli, poi raddoppia al 27’ con il colpo di testa di Embalo, al primo gol del suo campionato. Nella ripresa però il Brescia aumenta la pressione e prima accorcia le distanze con il tocco da vicino di Spalek al 52’, poi pareggia con un rigore del solito Donnarumma al 74’, 23 gol in campionato per lui. Nel finale il Cosenza spreca il contropiede per tornare avanti e nel quarto minuto di recupero subisce il gol del sorpasso bresciano. Lecce-Foggia 1-0 Il Lecce di Liverani vince il derby pugliese in casa contro il Foggia, sale a 44 punti in classifica e raggiunge al terzo posto il Pescara, ma soprattutto mantiene vive le proprie speranze di promozione diretta in Serie A. Come spesso succede in gare così sentite in campo si vede molto agonismo, ma anche tanta prudenza e poco spettacolo. Nella ripresa è il Lecce a trovare il gol, con il colpo di testa piazzato al 59’ di La Mantia che esulta sotto la curva nord leccese. Foggia che non riesce a organizzare una reazione a chiude in 10: al 90’ rosso diretto per Busellato per qualche parola di troppo al direttore di gara. Cittadella-Pescara 4-1 Il risultato più rotondo del pomeriggio arriva dal Tombolato, dove il Cittadella passeggia senza difficoltà sul Pescara di Pillon, mai davvero in partita. Vantaggio dei padroni di casa al 20’, pallone in area da calcio d’angolo, Fiorillo si salva una prima volta, ma il più veloce è Iori che mette dentro. Al 25’ il Pescara ritrova subito la parità con il colpo di testa di Scognamiglio sulla punizione di Memushaj. La squadra di Pillon però non sembra essere in gran giornata e al 32’ deve incassare il nuovo svantaggio perché di nuovo da calcio d’angolo Moncini si libera, forse con un fallo, e colpisce di testa, Fiorillo è incerto e il pallone è ancora in rete. Prima dell’intervallo arriva anche il tris del Cittadella, la difesa del Pescara guarda, il pallone arriva ancora a Moncini che rientra sul destro e la mette all’angolino. Nel finale di gara, all’83’, arriva anche il quarto gol dei padroni di casa, con Proia che chiude la partita con un gran diagonale. Spezia-Padova 0-2 Primo tempo vivace, con lo Spezia che inizia subito a mettere pressione su un Padova che impiega qualche minuto per entrare in ritmo partita. La squadra di Bisoli, però, è la prima a colpire al 16’ con una meraviglia di Bonazzoli che parte da dietro il centrocampo, si accentra e libera il sinistro vicino al palo, imprendibile per Lamanna. Spezia che reagisce e cerca il pareggio, se Ravanelli non salvasse sulla linea al 34’ la squadra di Marino andrebbe negli spogliatoi in situazione di nuovo equilibrio. A inizio ripresa si definiscono ancora meglio i ruoli in campo, lo Spezia attacca, il Padova riparte e al 56’ lo fa benissimo: Mbakogu fugge e allunga il pallone per Baraye che mette in mezzo, Bonazzoli deve solo spingere in rete. Padova che si mette a difendere con ancora più convinzione il doppio vantaggio, lo Spezia cerca la fiammata giusta per rientrare in partita, ma Bartolomei è respinto in calcio d’angolo da un grande Minelli al 78’, mentre dall’altra parte Lamanna tiene in partita lo Spezia chiudendo su Mbakogu lanciato a rete. Il Padova trova la quarta vittoria del proprio campionato e raggiunge il Crotone a 23 punti, lasciando da solo all’ultimo posto il Carpi. (sportmediaset)
Bianchetti più Henderson, eccola la formula giusta per il Verona di Grosso che nell’anticipo della 28.a giornata di Serie B passa a Perugia per 2-1. Inutile nel finale il bel gol di Verre che basta solo per accorciare. L’Hellas con questo risultato aggancia, almeno per qualche ora, il Palermo al secondo posto con 45 punti, mentre il Perugia manca l’opportunità di accorciare verso le primissime posizioni della classifica. Sarà che sulle panchine ci sono due ex difensori campioni del mondo nel 2006 come Alessandro Nesta e Fabio Grosso, ma i primi 30 minuti di Perugia-Verona vedono le difese fare meglio degli attacchi, in parte per propri meriti, in parte per difetti nella manovra offensiva delle due squadre. Il Verona, a sorpresa, gioca con tre centrali di difesa e non con una linea a quattro, Nesta risponde con Verre trequartista dietro alle due punte, Melchiorri e Kingsley. Parate importanti di Gabriel o Silvestri non se ne vedono, ma il Verona prende da subito in mano la partita, muovendo il pallone e lasciando al Perugia solo qualche raro contropiede. Al 37’ però è proprio la squadra di Nesta a presentarsi in area con Kingsley, ma la sua conclusione è deviata in calcio d’angolo. Inevitabile comunque lo 0-0 con cui l’arbitro manda tutti negli spogliatoi all’intervallo. La ripresa sembra seguire la stessa strada del primo tempo. Serve un episodio per sbloccare la situazione e a trovarlo è il Verona al 54’: Bianchetti salta in area da calcio d’angolo e porta in vantaggio la squadra di Grosso. Il Perugia prova a reagire alzando il ritmo, il Verona risponde con il palleggio e pochi minuti dopo, al 60’, l’Hellas trova il raddoppio. Doppio velo al limite dell’area, pallone raccolto da Henderson che batte ancora Gabriel. Al 67’ momento a suo modo storico per il calcio italiano, con Nesta che mette dentro Han, nordcoreano, che così si trova in campo insieme a Lee del Verona, sudcoreano: mai era successo che giocatori delle due Coree si trovassero di fronte in Italia. Perugia che non riesce a scuotersi, sembra mancare anche brillantezza fisica alla squadra di Nesta che così rende semplice il compito per il Verona. L’Hellas gestisce con ordine e personalità un doppio vantaggio molto prezioso, provando ad approfittare degli spazi concessi dai padroni di casa. All’improvviso però il Perugia torna in partita. Dopo 86 minuti di fatto nulli in fase offensiva per la squadra di Nesta, Verre esibisce tutta la sua qualità. Controllo d’esterno, dribbling in area e pallone piazzato per battere Silvestri che poco prima si era salvato su un tocco da due passi di Falzerano. Per Verre 10 gol in campionato, non male per un trequartista all’inizio di marzo. Ci crede il Perugia nel finale, il Verona spreca un contropiede incredibile per chiuderla, con l’ultima occasione per gli umbri che sfuma su un calcio d’angolo al 96’ con Gabriel salito fin dentro l’area di rigore. (sportmediaet)
Bruno Longhi, durante il microfono aperto di Sportiva, ha risposto alle domande in diretta degli ascoltatori. Ecco le sue considerazioni: Su Cassano: “Ha detto a Wanda Nara quello che pensa l’80% della tifoseria interista, dicendole i suoi errori. Sono d’accordo con le considerazioni che ha fatto l’ex attaccante “. Sulla stagione fallimentare per la Juve: “Sarebbe un termine sbagliato per la Juve. Anche in caso di eliminazione dalla Champions ci sarebbe comunque uno scudetto… Le premesse potevano essere altre, ma parlare di fallimento è sbagliato. Sarebbe una stagione deludente, quello sì”. Su Kean: “Lui è un’ira di Dio. Mancini vede in lui il centravanti della Nazionale e sul campo ha dimostrato di meritare le attenzioni su di lui. Potrebbe anche far male all’Atletico, anche se Mandzukic è irrinunciabile “. Sulla Serie A: “Il nostro campionato è allenante tatticamente. Negli altri campionati le piccole ti fanno correre, da noi manca un po’ di gas. Forse il nostro non ti dà la possibilità di tenere sulla lunga distanza “. Sui giovani: “Ci sono momenti in cui si può dare spazio ai ragazzi della Primavera. Zaniolo faceva spettacolo ma era ai margini della Primavera. Ci vogliono momenti particolari per dare spazio ai ragazzi, come una posizione sicura di classifica “. Su un possibile scambio Dybala-Icardi: “Forse gioverebbe ad entrambe, anche se difficilmente si farà. Dybala non è più prima donna alla Juve, Icardi potrebbe voler cambiare aria. Ci sarebbe anche una bella plusvalenza per entrambi “. Sulla Roma: “Di Francesco si è trovato una rosa praticamente rivoluzionata e ha dovuto ripartire da capo. L’esplosione di Zaniolo non era preventivabile, ma se ci si affida ai giovani qualcosa si va a pagare. Le colpe vanno condivise con Monchi e Baldini “. Sul Torino: “Non aveva iniziato benissimo, ma ora ha sistemato la difesa e fa punti. Ha una posizione di classifica che bussa all’Europa. Complimenti a Mazzarri e al suo lavoro”. Su Paquetà: “Ha la struttura del centrocampista e non le accelerazioni della punta. Forse potrebbe rendere al meglio in una formazione ad albero di Natale dietro Piatek”. Su De Zerbi all’Inter: “Un allenatore che ama il bel calcio, è un guardioliano convinto. Il suo Sassuolo brilla sul piano del gioco. L’Inter non pensi di provare con un esperimento senza grandi certezze come è lui”. (radiosportiva)
Giovanni Kean, calciatore e fratello dell’attaccante della Juventus Moise, ha parlato a Radio Sportiva: “Moise si allena alla grande e ha voglia di dimostrare il suo valore. Personalmente penso sia meglio che sia rimasto ad allenarsi con campioni alla Juve, in un ambiente abituato a vincere. A Verona ha vissuto un anno sfortunato, era partito bene ma poi un infortunio lo ha tenuto fuori. Ha la personalità per affrontare la situazione: prende tutto come un gioco e non guarda alle pressioni. Ha in testa solo il divertirsi. Esperienza da titolare? Perché no nella prossima stagione. Mi piace che sia determinato, porta rispetto a tutti ed è umile ma la voglia di competere con i campioni fa capire che la fame c’è”. (radiosportiva)
Antonio Manicone, vice ct Svizzera ed ex centrocampista di Inter e Genoa, ha parlato a Radio Sportiva: “Icardi? Spalletti ha giustamente passato la palla alla società, lui deve pensare a vincere con la squadra e ad arrivare in Champions, oltre ad andare avanti in Europa League. L’argentino è difficilmente sostituibile, ma diventa complicato farlo giocare se non vengono risolte alcune situazioni interne. Oggigiorno tra social e altri media è difficile gestire tutto, questioni piccole diventano enormi. Credo che alla fine si troverà un compromesso, l’Inter è il bene comune di entrambi”.
(radiosportiva)
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