Pippo Inzaghi confermato sulla panchina di un Milan in crisi
Di francodi Lorenzo Cristallo
Pippo Inzaghi rimane al timone della squadra rossonera. È Adriano Galliani a confermare che l’ex numero nove rossonero rimane alla guida del “diavolo”. La stagione del Milan e’ complicatissima e molto deludente. Dopo il pareggio di sabato contro il Verona si erano susseguite voci di un cambio in panchina. Serpeggiava il nome di Brocchi, attualmente allenatore della primavera rossonera, come traghettatore fino al termine della stagione.
Voci subito smentite dalla conferma di Inzaghi. E forse è proprio meglio così. Sì perché di errori quest’anno la dirigenza rossonera ne ha commessi tanti e quello di sostituire Super Pippo con un inesperto Brocchi, sarebbe stato l’ennesimo inutile scossone in casa Milan.
Le premesse di inizio stagione erano ben altre, i tifosi si attendevano una squadra che dopo un’annata no, si riscattasse e conquistasse un piazzamento in zona Europa. Tornare a vivere i fasti di un tempo ed essere protagonisti in palcoscenici che più le competono. L’avvio non è stato deludente ma poi, piano piano sono affiorati tutti gli equivoci tattici e tutte le crepe presenti nell’ambiente rossonero.
Primo flop della stagione prende il nome di Fernando Torres. Il bomber spagnolo giunto a Milano con l’obiettivo di stupire è tornato mestamente a Madrid, sponda Atletico, con il misero bottino di un goal in maglia rossonera e tanta panchina. Altro fattore che ha caratterizzato in negativo la stagione dei rossoneri, sono stati gli innumerevoli infortuni. Il reparto piu’ falcidiato dalle defezioni è stata la difesa, visto che Inzaghi ogni domenica è stato costretto a cambiare il pacchetto arretrato. Diego Lopez, Alex, Rami, Abate, De Sciglio, chi prima, chi dopo, chi a più riprese è stato costretto a stare fermo ai box. Assenza pesante in avanti anche quella di El Shaarawy, il faraone che aspettava questa stagione come quella del definitivo rilancio è stato costretto a fermarsi di nuovo e con lo stesso problema al metatarso che lo aveva tenuto lontano dai campi lo scorso anno.
Altro fattore che ha inciso in negativo è stato il mercato di gennaio, un mercato made in Italy che doveva rafforzare l’organico ed invece ha palesato grandi limiti soprattutto dal punto di vista qualitativo. Antonelli a parte, che stava già ben figurando con il Genoa, tutti gli altri da Paletta a Bocchetti, passando per Destro non stanno brillando e probabilmente da alcuni di questi non si poteva attendere di più. Bocchetti tornato in Italia dopo l’esperienza russa, non disputava una partita ufficiale dal mese di ottobre scorso e catapultarlo immediatamente nel ritmo del campionato italiano si è rivelato azzardato. Paletta proveniente dal Parma e reduce anche lui da un lungo infortunio sembra aver perso quello smalto di qualche tempo fa e Destro, attesissimo bomber ma che ad oggi sembra portare la maledizione dei numero 9 in rossonero. Dopo Inzaghi, con quel numero tutti gli altri hanno sofferto tantissimo, da Matri a Torres, ed ora Destro che ha siglato un solo goal, contro l’Empoli, e sabato è sceso in campo solo negli ultimi minuti. Gli è stato preferito dall’inizio Pazzini.
Cerci, il nome della discordia. Giunto al Milan con lo scopo di stupire e portare ai rossoneri una ventata di qualità in campo, si sta rivelando un flop dalle dimensioni colossali. Prestazioni assolutamente negative, abulico a tratti ectoplasma, lontano parente del Cerci ammirato in granata. Dulcis in fundo il litigio di due settimane fa con Inzaghi che testimonia come l’ambiente sia surriscaldato da una mancanza di tranquillità e serenità dovuta ai risultati che non arrivano.
Ad oggi il Milan è tutto ciò, una squadra condizionata da errori di vario genere, di natura societaria, tattica e l’attuale posizione di classifica non lascia sperare nulla di buono per un piazzamento europeo. Inzaghi resta al timone, per lo meno per ora, per lo meno fino al termine di questa disgraziata stagione. Poi da giugno si attendono decisioni importanti, progetti nuovi per non vedere più il glorioso Milan navigare nel limbo della serie A.
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