Milan-Atalanta 0-0: Diavolo appeso a super Donnarumma

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DonnarummaSoltanto 3 reti subite nelle ultime 5 partite. Pare questo l’unico dato confortante per il Milan, uscito da San Siro dopo il match contro la spumeggiante Atalanta con molte certezze in meno e qualche scricchiolio in più, rispetto alle ultime settimane. L’impermeabilità difensiva non è comunque un dato da poco, se si guarda indietro alle precedenti gare dei rossoneri, che nei primi 7 incontri di questa Serie A avevano raccolto dentro la propria rete la bellezza di 13 palloni.

Molto merito di questo cambio di tendenza difensiva ha il profilo quasi imberbe di un giovanotto che non ha nemmeno compiuto 17 anni; che di professione si è messo in testa di fare il portiere come il fratello maggiore (Antonio, 25 anni, estremo difensore del Genoa). Quando quell’adolescente alto come una pertica e già grosso da far spavento stava nascendo, il Milan di Zaccheroni cominciava ad ingranare la quarta nella rincorsa verso la vittoria di uno scudetto sofferto, in rimonta. E tra i pali nacque la stella di Christian Abbiati, decisivo nel successo di quell’anno.

Oggi, il “vecchio” Abbiati fa da chioccia al giovane, all’anagrafe Gianluigi Donnarumma da Castellamare di Stabia. Mihajlovic ha deciso, qualche giornata fa, di lanciarlo nella mischia al posto di Diego Lopez, riscrivendo le gerarchie della porta milanista come Zaccheroni fece in quel 1999 – allorché diede spazio ad Abbiati silurando di fatto Sebastiano Rossi. Donnarumma è un predestinato, non c’è dubbio, non solo perché di nome fa Gianluigi come Buffon: la società stravede per lui tanto da star già valutando un adeguamento contrattuale; il tecnico serbo, uno caratterialmente tosto, si è convinto della forza mentale del ragazzo (oltre che delle indiscusse qualità tecniche in suo possesso).

Forse il Milan di quest’anno non sarà in grado di replicare le imprese del Diavolo di fine millennio (anzi, togliamo pure il forse), ma sul fatto che Donnarumma possa diventare la pietra angolare sulla quale costruire davvero una squadra competitiva per il futuro, ci si potrebbe scommettere. Al netto di un retropensiero che ricorda Scuffet, la presunta rivelazione con i guanti in seno all’Udinese: speriamo che non lo brucino al primo errore.

Per la verità, un paio di sbavature il giovane Donnarumma le ha anche già commesse: sia contro il Sassuolo che all’Olimpico con la Lazio, ha subìto due gol sul primo palo, sacro per un portiere. Ma la sua buona stella ha fatto sì che non inficiassero il risultato finale e, ieri sera, davanti alle manovre offensive di un’Atalanta che sembrava il Barcellona – per la pochezza del Milan, soprattutto -, si è ampiamente riscattato. Non fosse stato per Donnarumma, la striscia utile del Diavolo si sarebbe interrotta: 3 parate decisive, una straordinaria per questione di riflessi, una fuori dal comune in fatto di reattività e una a coprire la sacralità del palo di cui sopra. Chiedere a Cigarini, Moralez e Grassi per conferma.

Mihajlovic, espulso a pochi istanti dal termine, nel post partita è stato onesto: “Punto guadagnato”. Eh sì, se il Milan avesse vinto sarebbe stata una beffa per l’Atalanta. In 95′ i padroni di casa non hanno praticamente mai tirato in porta, se si escludono il rasoterra velenoso di Niang nel primo tempo (il francese è stato il migliore in campo per il Milan) e il contropiede-beffa all’ultimo istante del match (Cerci, abulico, non è riuscito a concretizzare la ripartenza centrando l’esterno della rete). Troppo poco, così come i piedi buoni nel centrocampo di Sinisa: se non c’è Bonaventura, manca l’intera costruzione.

La squadra di Reja, dopo 45′ di studio e accortezza, capisce l’antifona e decide di mettere alle corde i balbettii milanisti. Per tutto l’arco della ripresa, è un monologo nerazzurro in mezzo al quale i padroni di casa faticano a capirci qualcosa. La pressione sui portatori di palla costringe spesso Montolivo, Poli e Kucka a liberarsi frettolosamente della palla, perdendone il possesso. Bacca non tocca quasi mai la sfera, al pari di Luiz Adriano e Honda, entrati per cercare di dare più pericolosità al gioco; ma la sterilità del 4-2-3-1 non è dissimile da quella del 4-3-3 di partenza.

Così, alla fine, è l’Atalanta a recriminare, sia per lo 0-0 – che le va stretto – che per la mancata espulsione di De Sciglio (tirato matto da Gomez e graziato dal direttore di gara nel primo tempo). Il Milan, invece, si coccolerà il baby fenomeno Donnarumma e avrà il tempo di prepararlo ad una sfida da far tremare i polsi ai comuni mortali: dopo la sosta per le Nazionali, il Diavolo andrà a fare visita alla Vecchia Signora. Juventus-Milan, a prescindere dalla classifica, rimane sempre la partita delle partite.

ANTICIPI 12° TURNO:

Verona-Bologna 0-2, Milan-Atalanta 0-0

CLASSIFICA:

Fiorentina e Inter 24, Roma 23, Napoli 22, Milan* 20, Sassuolo 19, Atalanta* e Lazio 18, Sampdoria 16, Juventus e Torino 15, Empoli 14, Chievo 13, Bologna*, Genoa e Udinese 12, Palermo 11, Frosinone 10, Verona* e Carpi 6

*una gara in più

GARE DI OGGI:

Torino-Inter, Roma-Lazio, Frosinone-Genoa, Sassuolo-Carpi, Palermo-Chievo, Empoli-Juventus, Napoli-Udinese, Sampdoria-Fiorentina


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