E’ morta Margaret Thatcher: sconfisse gli hooligans con la politica
Di Emanuele SaccardoSì è spenta all’età di 87 anni Margaret Thatcher, ex Primo Ministro inglese, stroncata da un ictus. La chiamavano Lady di ferro, per i suoi modi ruvidi e risoluti. Grazie alle sue maniere però, anche il mondo del calcio britannico ebbe modo di rigenerarsi; se oggi il modello d’oltre manica è un punto di riferimento in quanto a sicurezza, molto lo si deve a lei.
La Thatcher ricoprì la carica di Primo Ministro dal 1979 al 1990 (ancora oggi, è la sola donna ad averlo fatto nella terra di Sua Maestà) e intraprese una durissima guerra contro gli hooligans. Dopo i tragici fatti dello stadio Heysel, in cui morirono 39 persone, a margine della finale di Coppa dei Campioni del 1985 tra la Juventus e il Liverpool, avviò una politica repressiva contro il tifo organizzato e la violenza.
Vinse la sua battaglia, partendo dal ritiro delle squadre inglesi dalle competizioni internazionali; il suo governo istituì il Football Offences Act (1991), una misura che autorizza gli organi di Polizia ad arrestare e far processare per direttissima i tifosi, anche soltanto per violenza verbale (linguaggio osceno e cori razzisti).
Oltre a ciò, si deve a lei la creazione della National Football Intelligence Unit, costituita da Scotland Yard nel 1989, una squadra speciale di sorveglianza nazionale anti-hooligans. Come se non bastasse, vietò l’introduzione di alcolici all’interno degli stadi e la possibilità, per le società, d’intrattenere rapporti diretti con le tifoserie e la responsabilizzazione degli stessi club, cui ancora oggi spetta il primo grado di sorveglianza mediante gli steward.
Misure probabilmente mal digerite all’epoca, forse considerate da molti assai impopolari e in alcuni casi non sufficienti (come nell’altra tragedia tristemente nota di Sheffield), ma che nel tempo hanno prodotto importanti risultati.
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