Milan come Ajax e Barça: dai 12 anni alla Serie A un’unica filosofia

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AC Milan v Jucentus FC - Berlusconi TrophyLa storia è fatta di corsi e di ricorsi, in qualsiasi campo. Non ne è esente lo sport, soprattutto il calcio. Al Milan finalmente se ne sono accorti, anzi, è più corretto dire che se ne sono ricordati. Specialmente Adriano Galliani, a.d. della società, che da quasi trent’anni vive e respira a due colori. Il rosso e il nero appunto.

La sua memoria dev’essere tornata ai fasti del primo ciclo con Arrigo Sacchi in panchina, gli anni delle vittorie a ripetizione in Europa e nel mondo; ma sopra ogni cosa, le stagioni in cui il settore giovanile milanista creava in casa le proprie fortune, coltivando campioni con gli stessi metodi dai pulcini alla prima squadra. Il seme fu gettato molto prima, ci volle un pò per raccoglierne i frutti. Baresi, Maldini, Costacurta e Albertini ne furono l’esempio più bello.

Oggi questo sistema è praticato in Europa dal Barcellona e dall’Ajax (che, per la verità, non ha mai smesso di farlo dagli anni ’70, con alterne fortune). In Via Turati hanno finalmente deciso di tornare al passato o, se preferite, di imitare il presente con un ampio sguardo al futuro.

L’idea è semplice: sette squadre in tutto, tre di Giovanissimi, due di Allievi, una Primavera e la Prima Squadra. Dai 12 anni in su stesso sistema di gioco e di allenamento; i ragazzi verranno seguiti passo passo sul piano tecnico, tattico e comportamentale, con le debite differenze per ogni età. Ieri mattina nella sede del Diavolo si è discusso in merito e il progetto diventerà operativo da luglio, per andare a regime entro tre stagioni.

La guida sarà affidata a Massimiliano Allegri, che ha ricevuto pieno mandato dal momento che la sua filosofia calcistica non può prescindere dall’impiego dei giovani. A lui faranno capo gli altri sei tecnici (che Max preferisce chiamare insegnanti), tra i quali probabilmente figurerà ancora Filippo Inzaghi, attualmente impiegato sulla panchina degli Allievi Nazionali. Tra i due è noto che i rapporti siano eufemisticamente fermi al settaggio Guerra Fredda. Ma per il bene comune del Milan si dovrà trovare un punto d’intesa. In ballo c’è molto più di antichi dissapori.


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