La teoria di Buffon: “Utile il mio errore, ci siamo svegliati”
Di Emanuele SaccardoQualcuno un giorno ha detto: “Soltanto i grandi portieri commettono grandi errori”. Vero, verissimo. Quel qualcuno era un ex estremo difensore di Serie A che al tempo dell’aforisma faceva già il preparatore di futuri numeri uno. Tra i quali c’era un adolescente che bruciava tappe come noi ci saremmo soltanto sognati, un ragazzo classe ’78 che a quindici anni militava nella Primavera del Parma ed era titolare in Nazionale under 17. A proposito di quel ragazzo, che soltanto pochi anni prima faceva il centrocampista (e non era mica scarso, tra l’altro), il preparatore dei portieri di cui sopra aggiungeva: “Quello lì, Gianluigi, diventerà il più forte di tutti”. Ancora vero, anzi, verissimo.
Siamo nel 2016, Gianluigi è da ventun anni e per tutti Gigi, per qualcuno – tifosi della Juve in primis – addirittura San Gigi. Buffon: uno dei più grandi portieri della Storia del calcio mondiale, se non il più grande. E, come recita la massima del suo lungimirante preparatore, ogni tanto c’è bisogno del grande errore. Sì, avete letto bene: a sentire Buffon, il suo clamoroso errore di ieri sera contro la Spagna è stato necessario.
La teoria di Buffon è intrigante: “Il mio errore è stato l’episodio che ci ha sbloccati, prima avevamo disputato un’ora di gioco sotto tono. L’avversario ci stava sovrastando e noi eravamo bloccati, non so bene per paura di cosa”. Le parole del capitano non si discutono, le sue 164 presenze con la maglia dell’Italia dicono che bisogna starlo a sentire con attenzione. Sempre.
E allora, se ci si riflette, le sue parole hanno un senso più profondo di quanto si possa credere. A prescindere dal fatto che Buffon non apre mai bocca a caso, questa volta lascia aperta la porta alla speculazione psicologica. Forse a un paradosso: una Nazionale alla ricerca di una nuova identità, che ha cambiato guida tecnica e che non ha il talento specifico delle corazzate europee (Spagna, Germania e Francia principalmente), deve puntare tutto sul carattere. Ma le serve una guida: uno come Buffon sopra ogni altro. Cosa succede quando anche il maggior uomo d’esperienza cade nella sindrome da papera? Accade che i giocatori meno esperti si scrollano di dosso tensione e ansia e iniziano a giocare a mente sgombra. Il pensiero può essere: “Se sbaglia lui, che problemi mi faccio a farlo io?”.
E, quindi, scatta il paradosso: meno mi creo il problema dell’errore che potrei commettere, più le gambe e la testa vanno nella direzione giusta. Quindi, in ultima analisi: menomale che Buffon ha commesso uno degli errori più evidenti della sua lunga e mirabile carriera. Certo, oggi se ne può anche sorridere perché un pareggio l’Italia l’ha portato a casa, diverso sarebbe stato vedere alla fine la Spagna avanti a noi di tre punti. Si può ridere anche del titolo di As, quotidiano sportivo iberico, che oggi ha titolato “Buffonada” il pasticcio di piede con cui Gigi ha spalancato la porta a Vitolo per il momentaneo 1-0 dei suoi. Sì, se ne può sorridere, perché alla fin fine Gigi Buffon non si discute.
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