Milan-fondo cinese: intera caparra versata, vinta la gara più difficile
Di Emanuele SaccardoDal Milan al Mil-Han (permetteteci il gioco di parole) il passo è stato tutt’altro che breve. Ieri si è compiuto quello più complesso che ha chiuso il preliminare di vendita del Club di Via Aldo Rossi. Ormai è realtà, a dispetto di tutti gli scettici che dubitavano: i rossoneri iniziano a parlare la stessa lingua dei cugini interisti, cioè il cinese.
Con un comunicato ufficiale, Fininvest ha reso noto – e con grande sollievo misto a entusiasmo – che il fondo cinese Sino-Europe Sports Investment Management Changxiung Co. Ltd. ha versato gli 85 milioni di euro che vanno a integrare i 15 già messi sul piatto in agosto, al momento della firma. Quindi i 100 milioni di caparra pattuiti sono entrati definitivamente nelle casse del Milan. Entro la fine dell’anno, presumibilmente a novembre, il closing: arriveranno altri 420 milioni per il passaggio definitivo nelle mani del fondo asiatico del 99,93% detenuto da Fininvest.
Non solo questo. I rappresentanti di Sino-Europe, il fondo creato appositamente per arrivare all’acquisto del Milan (con una partecipazione statale non di poco conto), da agosto a ieri sono rimasti in silenzio; profilo basso, nessun comunicato, niente sbandieramenti ai quattro venti. Ma il silenzio è finito: Han Li e Yanghang Li, rispettivamente Manager e Presidente del fondo, hanno dichiarato che nei prossimi tre anni il Milan riceverà altri 350 milioni per tornare a competere con le migliori squadre del pianeta. Un entusiasmo contagioso, perché i tifosi rossoneri ora sognano: tra parco giocatori, magari l’ipotesi stadio e il marketing, in capo a un quinquennio il Milan potrebbe tornare a giocarsi i trofei cui è stato abituato per quasi trent’anni.
L’idea che il Milan fosse una creatura berlusconiana da difendere a tutti i costi, dunque, è già bella che in cantina. Chi spingeva perché il Diavolo restasse un affare della famiglia Berlusconi e contestualmente non credeva che esistesse realmente una cordata cinese pronta a comprare, oggi si deve ricredere. E lo ha già probabilmente fatto. Al di là dei ringraziamenti dovuti a un presidente che tanto ha investito e vinto con il suo bel giocattolo, al di là del fatto che, sì, fino a un certo punto il fondo cinese davvero non esisteva, i fatti sono fatti. E i tempi cambiano.
Non è dato sapere, naturalmente, quanto delle entusiastiche promesse cinesi verrà mantenuto; né come questa stagione transitoria potrà incidere sulla ritrovata verve del tifoso medio. Ma qualcosa si è mosso, con firme e controfirme ufficiali, ed è già molto. Specchio delle intenzioni cinesi è il profilo di Marco Fassone, esperto di marketing già da tempo nel mondo del calcio (nel suo curriculum Juventus, Napoli e Inter).
E’ lui il nuovo Amministratore delegato e Direttore generale milanista, anche se l’ufficialità arriverà soltanto al closing; è lui che ringrazierà e stringerà la mano di Adriano Galliani, ma dopo averlo accompagnato alla porta; è lui che sta sondando il terreno per trovare il Direttore sportivo adatto ai piani futuri del Diavolo. Forse sarà lui a riuscire dove gli altri hanno fallito: convincere Paolo Maldini a ritornare per diventare proprio D.s. e, anche se per ora sono soltanto voci, c’è di che entusiasmarsi.
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