Il Napoli cerca un nuovo attaccante. Serie A: Milan batte Bologna. Analisi e commenti.
Di Alessandro Lugli«Una punta che sappia attaccare la profondità e giocare senza palla». Ancelotti ha tracciato l’identikit del nuovo attaccante che il Napoli cerca sul mercato: una pedina da aggiungere a Milik, Mertens e Insigne sui quali il tecnico azzurro ha già anticipato di puntare per la prossima stagione (poi ci sarà da ragionare anche su Inglese che torna per fine prestito dal Parma). Tra attaccanti già monitorati e seguiti da tempo dal ds Giuntoli, vecchi obiettivi e nuove ipotesi percorribili, il ventaglio di nomi è ampio con il mercato che a breve entrerà nel vivo.L’unica conferma di un interessamento Ancelotti l’ha data su Lozano, attaccante messicano del Psv che il club azzurro ha seguito con attenzione già a gennaio scorso: il tecnico se ne innamorò durante i Mondiali in Russia quando fu uno tra i protagonisti del Messico e segnò il gol vincente nel match inaugurale con la Germania. La richiesta è di 40 milioni, De Laurentiis è già da tempo al lavoro e ha approfondito il tema nell’incontro con Raiola, manager di Lozano, per il futuro di Insigne. Si ragiona sulla base di un contratto di 5 anni a cifre che possano rientrare nei parametri del Napoli ma c’è da vincere la concorrenza di diversi club, in primo luogo del Manchester United. (ilmattino.it)
Kieran Tierney, classe 1997, è lui il nome nuovo da inserire nella lista di mercato già lunga di Cristiano Giuntoli. Il terzino sinistro del Celtic sembra essere entrato tra le mire di diverse squadre in giro per l’Europa, con Napoli ed Inter che lo porterebbero volentieri in Italia. Lo scorso gennaio era stato invece il Leicester ad interessarsi allo scozzese che la prossima estate potrebbe anche concludere la sua esperienza in biancoverde.Nato a Douglas, sull’Isola di Man, Tierney entra a soli 7 anni nelle giovanili del Celtic. Da quel momento la lunga cavalcata fino alla prima squadra conquistata nel 2015. Qualche mese più tardi fa il suo esordio da protagonista anche in Champions League e nel 2017 contribuisce al Triplete dei suoi con Coppa di Lega, Coppa di Scozia e campionato conquistato. Dal 2016 è già nel giro della nazionale maggiore. Esterno dotato di un buon fisico e di un sinistro educato, basa il suo gioco sugli strappi e le ripartenze dalla fascia. Gioca prevalentemente da terzino sinistro, posizione che interesserebbe tanto al Napoli, ma all’occorrenza può agire da centrale di difesa così come anche da esterno più alto di un centrocampo a quattro o cinque elementi. Contratto in scadenza nel 2023 ma la valutazione per ora non è elevata: con 15 milioni si può strappare al Celtic. (ilmattino.it)
Antonio Conte ha detto di no ma la Roma avrebbe un “piano b” di eguale livello. Stando a quanto riportato dal “The Daily Telegraph”, Pallotta avrebbe dato mandato ai suoi dirigenti di chiudere la trattativa con Maurizio Sarri. L’attuale tecnico del Chelsea non è mai entrato nel cuore dei tifosi inglesi e tornerebbe volentieri nel campionato italiano di calcio. Sarri è legato da una amicizia di lunga data con Franco Baldini, consulente esterno della Roma e braccio destro di Pallotta. Il Chelsea vince 3-0 contro il Watfird e balza al terzo posto in classifica di Premier a una giornata dal termine del campionato. Succede tutto nella ripresa con i gol di Loftus-Cheek (3′), David Luiz (6′) e Higuain (30′). Cin questi tre punti i Blues salgono a 71 punti, uno in più del Tottenham 4/o e a +4 sull’Arsenal che ha pareggiato in casa contro il Brighton. Chelsea e Arsenal sono ancora in corsa per vincere l’Europa League. Nelle semifinali di andata, il Chelsea ha pareggiato per uno a uno a Francoforte e giocherà la gara di ritorno in casa. L’Arsenal ha vinto tre a uno contro il Valencia a Londra ma la gara di ritorno verrà disputata in Spagna. In caso di passaggio del turno, la finale di Europa League sarà tra squadre di Londra. Sarri potrebbe vincere il suo primo trofeo con il Chelsea dopo aver perso due finali contro il Manchester City (Supercoppa e Coppa di Lega). (blitzquotidiano.it)
C’è stato un chiarimento fra Rino Gattuso e Tiemoué Bakayoko, all’indomani del battibecco in panchina durante Milan-Bologna, secondo quanto filtra dal club rossonero. L’allenatore e il centrocampista francese si sono parlati prima dell’allenamento di questa mattina a Milanello, alla presenza dei dirigenti Leonardo e Paolo Maldini. Ora, sottolineano dal Milan, per tutti la concentrazione è massima per preparare al meglio la sfida di sabato con la Fiorentina. “Non accetto mi si faccia passare per un giocatore che si è rifiutato di entrare in campo quando l’allenatore gliel’ha chiesto e che non ha rispettato il suo club e i suoi compagni di squadra”. Così su Twitter Tiemoué Bakayoko, poche ore dopo Milan-Bologna di ieri sera, in cui il francese ha avuto un battibecco col tecnico Gattuso. “Non ho mai rifiutato di entrare” ha scritto Bakayoko, inquadrato ieri mentre insultava Gattuso: “lui si è rivolto a me con termini che non mi aspettavo e io stavo solo ripetendo le sue parole”. “È da alcune settimane che si parla di me sulla stampa, ma ho deciso di non dire nulla e di lavorare. D’altra parte, quello che è successo questa sera e l’interpretazione che si sta cercando di dare mi costringe a reagire immediatamente” ha scritto Bakayoko in un lungo messaggio in francese pubblicato nella notte su Twitter. “Non accetto che mi si faccia passare per un giocatore che si è rifiutato di entrare in campo – continua – quando l’allenatore gliel’ha chiesto e che non ha rispettato il suo club e i suoi compagni di squadra. Perché io partendo dalla panchina ero pronto a dare me stesso al 200%, anche se avessi giocato 5 minuti”. “Quando Lucas (Biglia, n.d.r.) ha iniziato ad avere dolore in campo – è la versione del giocatore, arrivato in estate al Milan in prestito con diritto di riscatto dal Chelsea – mi è stato chiesto di prepararmi nel caso ci fosse stata una sostituzione. Così mi sono preparato immediatamente e mi sono riscaldato per 2-3 minuti al massimo. Poi mi è stato chiesto di tornare in panchina. Tutto succede fra il minuto 23 e il 26. Quando mi siedo in panchina l’allenatore mi parla in termini inaspettati e ripeto solo le sue parole. Niente di più. Sia chiaro: non ho mai rifiutato di entrare in gioco o di andare a scaldarmi. Mi sembra che le immagini parlino da sole. Avevo solo un desiderio, di entrare in campo e aiutare i miei compagni come ho sempre fatto e come farò fino alla fine della stagione. Forza Milan”. Il Milan torna in corsa per la Champions League grazie alla vittoria 2-1 sul Bologna ma deve affrontare l’ennesimo caso di una spogliatoio turbolento. Tra Bakayoko e Gattuso volano parole grosse in panchina quando Biglia – che lascia San Siro in stampelle – chiede il cambio al 26′ e il francese, probabilmente stizzito per la panchina, si rifiuta di entrare subito e chiede più tempo per riscaldarsi. Gattuso è inviperito ma a fine partita cerca di smorzare le polemiche, anche se lo sguardo tradisce la rabbia verso il comportamento del centrocampista, con cui domani mattina ci sarà probabilmente un confronto alla ripresa degli allenamenti a Milano: ”Sono affari nostri, ci ha messo un po’ di più a riscaldarsi e ho scelto Mauri – dice l’allenatore dei rossoneri -. Ho aspettato 8 minuti, non si era ancora messo il parastinchi ma finisce là. E’ capitato anche a me di mandare a quel paese un allenatore. A me possono dire di tutto, mandarmi a quel paese ma non bisogna mancare di rispetto allo spogliatoio. Voglio chiuderla nello spogliatoio e parlare la mia lingua, quella che in tv non si può usare. Quello che ci diremo lo sentiranno tutti. Ora pensiamo alla vittoria e non a disperdere energie su altre cose. Dopo il derby ne abbiamo combinate abbastanza: la lite tra Kessie e Biglia, la maglia di Acerbi. Dobbiamo dare priorità al Milan, a chi ci paga, ai tifosi e non all’ego. I voti li daremo a fine stagione, vedremo chi si è comportato bene e male”. Gattuso crede ancora alla Champions: ”E’ una vittoria importante, siamo a tre punti dal quarto posto. Sapevamo delle difficoltà per il momento non brillantissimo, si sapeva che c’era da soffrire. Nei giocatori c’era tanta rabbia nei miei confronti per la decisione dura di tenerli lontani dalle famiglie, volevo vedere la stessa rabbia in campo e sotto questo aspetto la squadra ha saputo battagliare”. Sinisa Mihajlovic è invece arrabbiato sia per il risultato negativo che per le due espulsioni nel finale: ”Abbiamo fatto un’ ottima gara, nel primo tempo meritavamo noi di andare in vantaggio – spiega l’allenatore del Bologna -. Quando non sfrutti le occasioni prima o poi paghi e infatti abbiamo preso gol. Siamo riusciti ad accorciare le distanze, ma poi sono successi dei casini in campo. Una sconfitta che dispiace, soprattutto per i due rossi perchè nella prossima partita ci giochiamo gran parte della stagione. Questo mi fa arrabbiare molto di più”. “Potevamo far gol, è stato bravo Donnarumma ma la prestazione c’è stata – conclude Mihajlovic -. Il campionato non è ancora finito e c’è bisogno di tutti. Il perché del nervosismo? La squadra voleva vincere, ci ha provato fino alla fine”. (ansa)
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Antonio Conte, il tecnico più richiesto d’Italia, dice no alla Roma e spezza il cuore dei tifosi giallorossi: “Mi sono innamorato di Roma frequentandola nei due anni in cui sono stato ct della Nazionale. All’Olimpico senti la passione da parte di questo popolo che vive il calcio con un’intensità particolare, che per la Roma va fuori di testa. Che vive per la Roma. Un ambiente molto passionale che ti avvolge. Oggi le condizioni non ci sono ma penso un giorno, prima o poi, io andrò ad allenare la Roma”. Una società che voglia Conte cosa deve proporgli? “L’esperienza che ho fatto all’estero mi ha reso più forte e completo. La consiglierei a qualsiasi allenatore italiano. È dura, però ti migliora. Oggi se qualcuno mi chiama sa che io devo incidere, con la mia idea di calcio e con il mio metodo. Non sono un gestore, non credo che l’obiettivo di un allenatore sia fare meno danni possibile. Se pensano questo, le società non mi chiamino. Trovo umiliante per la categoria sentire una cosa del genere. Io voglio incidere, perché sono molto severo con me stesso. Poi ho un problema: la vittoria. Che sento come l’obiettivo del mio lavoro. Il percorso per arrivarci è fatto di lavoro, di sacrificio, di unità d’intenti, di pensare con il noi e non con l’io. Non ne conosco altri”. Vale anche per Inter o Milan? “Vale per qualsiasi squadra. Io devo avere la percezione di poter battere chiunque. Devo sentire che vincere è possibile. Altrimenti, senza problemi, posso continuare a restare fermo”. Fonte: La Gazzetta dello Sport.
Beppe Incocciati parla a Marte Sport Live: “Il Napoli ha bisogno di un’alternativa a Milik, ma non può essere Diego Costa che è un titolarissimo indiscusso: se lo metti in rosa non puoi lasciarlo in panchina. Alle spalle del polacco ci vuole un giovane talentuoso. Perdere Milik significherebbe commettere lo stesso errore fatto con Zapata per cui bisogna essere convinti delle sue caratteristiche. Mi aspetto che il Napoli faccia qualcosa di più in questo mercato rispetto a quelli scorsi perchè per fare il salto di qualità è necessario aggiungere calciatori di valore”. (radiomarte)
Per la seconda volta in stagione il Napoli batte il Cagliari all’ultimo respiro e conquista aritmeticamente il secondo posto. Finisce 2-1 al San Paolo e gli azzurri si portano a +10 sull’Inter a tre gare dal termine. San Paolo che, per metà inagibile, non dimentica la piccola Noemi, ricordata con degli striscioni dalle due curve. Poco entusiasmante il primo tempo del Napoli, poi nella ripresa al 18′ gli azzurri vanno addirittura sotto con la rete dell’ex Pavoletti. La reazione degli azzurri è rabbiosa, Cragno fa il fenomeno ma deve arrendersi al colpo di testa di Mertens al 40′. Finita? No. A tempo scaduto Cacciatore tocca con la mano su cross di Ghoulam, il Var stabilisce che è in area e dal dischetto Insigne, al 98′, spiazza Cragno e regala il secondo posto agli azzurri.
(radiomarte)
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