Minacce agli arbitri: ma non ci sono sempre state?
Di Matilde BerettaDi cosa riesca a stupirsi Gussoni, non è dato sapere. Anni fa gli arbitri li chiudevano nel camerino, oppure li importunavano al telefono. Oggi le minacce seguiranno anche un canale più semplice e diretto, ma non pare che la situazione si sia aggravata. Purtroppo in Italia si segue sempre lo stesso modello di ragionamento: se non ho successo non significa che non sono bravo, o che altri sono più bravi di me, ma che qualcuno sta sbagliando – o giudicando male.
Per questo il ruolo degli arbitri sarà sempre critico – e criticato – qui da noi. Perché l’italiano medio – in particolare nel gioco del calcio – non accetta la sconfitta. E si mette alla caccia di un capro espiatorio.
Dunque Gussoni, non si agiti: siamo sicuri anche lei, nella sua onestà, avrà dato la colpa a qualcuno per le sue sconfitte…
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