Italia: cosa va e cosa no dopo il successo contro Israele

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ItaliaL’Italia è partita con il piede giusto nel lungo e difficile percorso di qualificazione ai Mondiali di Russia 2018. Specialmente per quello che riguarda il risultato: ad Haifa gli Azzurri si sono imposti contro i padroni di casa di Israele per 3-1. Ma con quanta sofferenza.

Legittimo non aspettarsi che l’Italia, sostanzialmente ancora ai blocchi di partenza stagionali, potesse scendere in campo e asfaltare l’avversario. Eppure, a guardare il rotondissimo 8-0 che la Spagna ha caricato sulle spalle del povero Lichtenstein, viene spontanea una domanda: perché i cugini iberici sì e noi no? In fondo anche in Spagna il campionato è cominciato lo stesso fine settimana di quello italiano, quindi anche la preparazione dei Club è stata simultanea o quasi. E allora è una questione di qualità, mista alla Nazionale che ti trovi ad affrontare in un dato momento?

Forse sì, anche. Di certo c’è che tra un mese esatto l’Italia si ritroverà di fronte proprio la Spagna, con ancora nel cuore e negli occhi lo splendido 2-0 di Parigi che ci ha portato ai quarti di finale di Euro 2016. Alla fine, dunque, qualità e fiato o no, contano le motivazioni e l’avversario che ti trovi davanti in un dato momento della stagione. Ieri chiaramente le suddette motivazioni non mancavano, una su tutte: tenere subito il passo della Spagna, visto che in Russia ci andrà soltanto la prima classificata di ogni girone (il resto sarà l’inferno degli spareggi tra le migliori seconde). In più c’era da cancellare immediatamente il primo passo falso dell’Era Ventura, seppure maturato in amichevole, contro la Francia.

Contava il risultato, contava proseguire positivamente il lavoro. Da questo punto di vista tutto ha funzionato. Ci sono tuttavia dei ‘però’ rilevanti, a partire dal momento poco brillante di Giorgio Chiellini. Dopo gli svarioni che sono costati anche un gol contro la Francia, il centrale bianconero ha confermato di non essere ancora in una forma accettabile. Un’altra serie di distrazioni, di anticipi mancati e ritardi di condizione che hanno portato al momentaneo 1-2 di Israele; un doppio giallo, il primo con la maglia dell’Italia in 90 gare, che è costato mezz’ora di inferiorità numerica agli Azzurri e la conseguente sofferenza prima del sigillo firmato Immobile per il definitivo, salvifico 1-3.

Chiellini, come sempre, ci ha messo subito la faccia. Poco dopo il termine della gara, sul suo profilo Twitter ha scritto: “Una serata no per me, per fortuna il nostro gruppo è stato formidabile portando a casa i tre punti”. Non si è nascosto e ha elogiato i compagni. Parole da leader, un leader che ci mancherà e non poco il 6 ottobre, allo Juventus Stadium per giunta, contro le Furie Rosse. E come giustamente ha chiosato amaro capitan Buffon, con un mese in più di gare nelle gambe sarebbe stata tutt’altra faccenda.

Il gruppo, sottolineava Chiellini. Già, un gruppo già compatto, bravo a soffrire quando c’è da farlo, bravo a colpire quando è il momento. In questa ottica, ottimo il fieno già messo in cascina da Ventura, che ha preso in mano un timone bollente e lo sta raffreddando con la consueta professionalità silenziosa. Ottima la prova di Pellè, solito ariete d’area. Magari non sempre elegante a vedersi, eppure maledettamente pronto quando si tratta di impallinare il portiere avversario: sua la rete che sblocca il match, la numero 5 in 8 gare tra qualificazioni e fasi finali (complessivamente sono 9 in 19 gettoni con la casacca dell’Italia).

Ottima anche la prova di Verratti (almeno finché fiato e testa hanno viaggiato a braccetto), finalmente recuperato per la causa Azzurra. Ventura, si sa, ama i play e ha ragione da vendere ad affidare le chiavi del centrocampo a uno come lui. Così come ha avuto ragione scegliendo di inserire nel finale Immobile, autore del definitivo 3-1, con il quale ha un rapporto di reciproca e quasi extraterrestre fiducia sin dai tempi del Torino. Una menzione necessaria anche per Candreva, non soltanto per il rigore del 2-0: l’esterno interista, anche a volerlo, difficilmente sbaglia un cross. Merce rara. Merce davvero rara.

 

 

 


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