Quarti Champions: Barcellona in rimonta, Bayern in sofferenza
Di Emanuele SaccardoBarcellona – Atletico Madrid 2-1 (0-1)
25′ Torres (A), 63′ e 75′ Suarez (B)
C’è chi grida allo scandalo, chi punta l’indice contro un presunto “palazzo” dentro il quale, evidentemente, tutto è già preordinato. Mentalità italiota, verrebbe da dire; ma anche un po’ “spagnolota”, dal momento che pure nella penisola iberica l’indignazione ha toccato vette importanti a margine del quarto di andata tra Barcellona e Atletico Madrid. Il motivo di tanta tempesta mediatica e fegati corrosi dalla bile? Mica il 2-1 in rimonta del Barça che, per carità, una volta ancora ha dimostrato quanto è forte. No, il problema starebbe nel metro di direzione della gara da parte dell’arbitro tedesco Brych: il suo registro dei cattivi è in effetti sbilanciato, con 3 gialli per il Barcellona e 8 per i Colchoneros di cui 2 decisivi per Torres, espulso a 10′ dal termine del primo tempo.
Secondo noi, a ogni buon conto, scandalo non è. Ragioniamo: il Barcellona, come al solito, ha tenuto in mano il pallino del gioco, anche se nella prima mezzora il tutto è stato reso sterile dall’ottimo impianto tattico ordito da Simeone. Il risultato di un possesso palla schiacciante a favore dei blaugrana si traduce spesso in una pioggia di cartellini a danno dell’avversario di turno. Come gliela porti via la palla al Barcellona, se non con le cattive? Detto questo, se Torres non fosse stato tanto ingenuo da farsi prendere da una foga immotivata in mezzo al campo, in 11 contro 11 e con l’economia della gara che pendeva verso Madrid, probabilmente ci sarebbe stato un po’ meno nervosismo tra i biancorossi e, quindi, qualche ammonizione non sarebbe arrivata.
Al netto di quest’ultima precisazione, il doppio giallo a Torres ci sta tutto. Due falli inutili su Neymar (inoffensivo, a spasso per linee orizzontali sulla trequarti) e Busquets (di spalle a centrocampo) che hanno sporcato la perla ennesima del Niño contro il Barcellona, cioè la rete numero 11 – sesta al Camp Nou – che aveva portato in vantaggio l’Atletico. Di più: Torres stava dando la sensazione di poter davvero diventare l'”hombre del partido”, anche in virtù dell’assist per Griezmann che ha rischiato di tradursi in un pesante 0-2 nella prima frazione di gioco (ottimo Ter Stegen nella circostanza).
Il Barcellona o lo ammazzi subito e senza pietà, oppure devi aspettarti che prenda le misure e ti spazzi via dal campo. In inferiorità numerica è difficile dare il colpo di grazia, Simeone lo sa; e, infatti, i blaugrana nella ripresa hanno fatto capire chi comanda. Anche qui c’è spazio per le polemiche contro Brych, pure queste immotivate secondo noi: sul finire del primo tempo, l’abulico – sin lì – Suarez rifilava un calcione killer a Juanfran: il classico gesto sconsiderato di frustrazione (tipo Totti su Balotelli in una lontana finale di Coppa Italia tra Inter e Roma).
Se arbitro, guardalinee o addizionale di porta avessero visto, con tutta probabilità sarebbe scattato il rosso diretto. Ma nessuno ha visto e Juanfran ha accettato le scuse immediate dell’uruguaiano. Ma c’è altro: nella ripresa Suarez si ritrovava a dare una specie di gomitata a Filipe Luis: solo giallo. Poi, come a voler dare foraggio ai teorici del “palazzo”, Suarez ci piazzava la doppietta decisiva (45 centri in 45 gare stagionali), prima di rapina sotto porta e poi con una fucilata di testa. A nulla vale ricordare che il Barcellona ha anche colpito una traversa con Neymar (vicino alla rete pure con un destro a giro fuori di niente), che Messi per poco non arrivava a quota 500 gol in carriera attraverso una sontuosa rovesciata. No, è per forza complotto, obbligatoriamente beffa per l’Atletico. Intanto resta il 2-1 con cui il Barça si presenterà al Calderòn tra una settimana. Il resto si vedrà.
Bayern Monaco – Benfica 1-0 (1-0)
2′ Vidal
Partiamo subito da qualche numero: il gol di “Re Arturo” è stato il più veloce nella storia dei quarti di finale di Champions League (109 secondi); il Bayern Monaco ha messo un mattoncino nella costruzione della quinta semifinale consecutiva, che sarebbe anche la sesta delle ultime 7 edizioni di Coppa Campioni; Pep Guardiola ha timbrato la vittoria numero 116 su 150 partite alla guida dei bavaresi (ah, e tanto per precisare è al suo settimo quarto di finale in altrettanti anni da tecnico). Mica abbiam finito: contro il Benfica il Bayern ha mandato a referto la decima vittoria consecutiva interna in Champions.
Però c’è un altro numerino che, diciamo così, sporca appena l’ennesima gemma della corona tedesca: al quarto scontro diretto tra Bayern e Benfica (i portoghesi non hanno mai vinto), Neuer e compagni non sono andati oltre l’1-0, mentre negli altri 3 precedenti erano arrivati come minimo 4 gol. Sarà mica questo un dato preoccupante? Non necessariamente, eppure resta la sensazione che la qualificazione non sia cosa fatta e che, al Da Luz tra 7 giorni, il Benfica non si vestirà da comparsa o vittima sacrificale.
In primis perché i lusitani, per la prima volta tra le migliori 8 del Continente dopo 4 stagioni, hanno fatto venire i brividi a ripetizione al pubblico di Monaco, soprattutto Jonas; poi perché il Bayern, pur spingendo alla ricerca del 2-0, ha mostrato meno lucidità del solito, specialmente Lewandowski, parso il fratello scarso di quello che in stagione ha toccato quota 36 gol. Insomma: al Benfica basta una rete per riequilibrare la faccenda. Ma non sarà semplice, naturalmente, considerando la tradizione: quando il Bayern ha incrociato i portoghesi, ha sempre passato il turno ed è sempre arrivato in finale. C’è comunque una prima volta per tutto…
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