Gianluca Vialli: una leggenda
Di Alessandro Lugli“Chi sono forse lo sapete: un calciatore, un attaccante, uno a cui è sempre piaciuto fare gol. Ho giocato nella Cremonese, nella Sampdoria, nella Juventus e nel Chelsea, che ho anche allenato. Ho vinto due campionati italiani, di cui quello con la Sampdoria credo sia stato il più bello. Ho sollevato da capitano della Juventus la coppa con le grandi orecchie. Ho vinto tutte le maggiori competizioni Uefa destinate ai club, ma la Cremonese è la mia squadra del cuore, e il Chelsea quella che mi ha fatto incontrare mia moglie. Sento di dover condividere con voi tutto questo. Mentre vi scrivo queste righe ho finito la chemio e i trattamenti radio, sono stato anche un po’ in Italia, in vacanza, ma ancora non so come finirà la partita, lo scoprirò più avanti.Quello che so è che mi sono preparato bene e ho dato il massimo; che la mia squadra non poteva giocare meglio di così. E che mi hanno passato la palla, come la si passa a un attaccante.
Quindi sono lì, davanti. La rete la vedo bene. E così la linea di porta, e quella di fondo. So come si fa. Ma ogni volta che calci per fare gol, è sempre come la prima volta: hai bisogno di un bel po’ di coraggio. E, anche, di un pizzico di fortuna. Cerco di non perdere tempo, di dire ai miei genitori che gli voglio bene. Mi sono reso conto che non vale più la pena di perdere tempo e fare delle stronzate. Ho paura di morire, spero di vivere il più a lungo possibile, però mi sento molto più fragile di prima e ogni comportamento mi porta a fare questo ragionamento, cioè:
“È la cosa giusta che sto mostrando alle mie figlie?”.
In questo senso, cerco di essere un esempio positivo, cerco di insegnare loro che la felicità dipende dalla prospettiva attraverso la quale tu guardi la vita.Cerco di spiegare loro che non devi darti delle arie, devi ascoltare di più e parlare di meno, migliorarti ogni giorno, devi ridere spesso e aiutare gli altri.Secondo me, questo è un po’ il segreto della felicità.”
Non smetteremo mai di amarti Gianluca… mai.
Grazie per il grande esempio che sei stato e per gli insegnamenti che ci hai lasciato.
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