La Viola vola, Roma e Napoli tra le stelle, Milan sotto terra
Di Emanuele SaccardoIl campionato è ancora troppo lungo per tirare qualsiasi tipo di somma, lo sappiamo bene. Eppure qualche indicazione, dopo più di un terzo del girone di andata, c’è. Ci vogliono tre indizi per fare una prova, lo insegnano i libri gialli: allora proviamo a capire se, per alcune squadre, siamo vicini a questa teoria.
Partiamo dall’alto, e non potremmo fare altrimenti visto che la capolista sta materializzando una piccola favola: la Fiorentina, rigenerata dalla ventata di freschezza portata in dote da Paulo Sousa, ha scritto contro l’Atalanta una pagina indelebile della propria storia. Mai i gigliati avevano vinto 6 gare delle prime 7 disputate, nemmeno nelle stagioni in cui lo scudetto si fermò a Firenze. Ecco il primo indizio. Il secondo può essere rintracciato nella continuità del progetto voluto dai Della Valle, abili a costruire negli anni una squadra in grado di stazionare con una certa continuità tra le prime 5 forze del massimo torneo nazionale. Ora che la Fiorentina guarda tutti dall’alto (l’Inter è stata costretta al pareggio dalla Samp), potrebbe essere l’anno buono per la qualificazione in Champions League? O, addirittura, per qualcosa in più? Manca ancora il terzo indizio per rispondere a questa domanda.
Non molto più in basso di Sousa & C., una coppia potrebbe porsi il medesimo quesito. La Roma, adesso, è distante soltanto 4 punti dalla vetta (e a -1 dal terzo posto occupato dalla Lazio): evidentemente la batosta di Champions ha fatto un gran bene alla testa dei giallorossi, usciti dal Barbera di Palermo con i 3 punti maturati grazie alla doppietta di un Gervinho in spolvero (4 reti nelle ultime 3 partite) e il solito Florenzi tutto fare. Certo, la macchiolina non manca mai, perché sul 3-0 la Roma si è quasi fatta raggiungere dai rosanero subendo 2 gol. Forse questo è un indizio che viaggia nella direzione in cui Garcia certamente sta guardando con attenzione: sistemare la fase difensiva e trovare il modo di “allenare” la mente dei suoi per “restare sul pezzo” con maggior costanza.
L’altro Club che comincia a sognare forte è il Napoli, uscito da San Siro con le certezze dell’ultimo periodo ancora più rafforzate. Il 4-0 inflitto al Milan significa tante cose: innanzitutto, per gli amanti di numeri e statistiche, diremo che i partenopei non vincevano in casa del Milan con 4 reti di scarto dal 1956, e dal 1988 non bucavano la porta del Diavolo con il medesimo numero di gol. La prima vittoria esterna del Napoli, in questo campionato, cementa la sensazione che il lavoro di Sarri sia davvero giunto a maturazione: Higuain e Insigne sono giocatori (forse anche uomini) completamente rigenerati rispetto a pochi mesi fa; il Pipita, seppure lontano dal San Paolo non abbia ancora trovato la via della rete, regala perle di calcio (leggi: assist) da lustrarsi gli occhi. Il piccolo artista cresciuto in casa, invece, sotto lo sguardo impotente del Milan ha siglato la prima doppietta in A (e che doppietta), eguagliando il suo record personale di marcature nel massimo torneo: 5. E con un film ancora tutto da scrivere da qui a maggio – nella speranza che le ginocchia di Insigne facciano le brave -, c’è da credere che il record verrà presto superato. In casa Napoli, indizi positivi ce ne sono a bizzeffe. Scegliete voi. Dopo la sosta per le Nazionali, ne arriverà uno in più con l’assalto alla Fiorentina.
Sulla sponda del Milan, purtroppo, siamo già di fronte a prove schiaccianti. Tutt’altro che rassicuranti, aggiungiamo. Sono trascorsi 3 mesi da quando Mihajlovic ha ereditato un Diavolo tutto da ricostruire, quindi qualche sommettina è il caso di cominciare a tirarla. Dopo 7 turni, le sconfitte all’attivo sono già 4. Lo scorso anno, allo stesso punto della stagione, con Pippo Inzaghi in panca, il Milan aveva 5 punti in più. I confronti sono inevitabili, capitò anche a Superpippo di essere messo davanti ai numeri – non esaltanti, per la verità – di Seedorf. In casa Milan cambiano i tecnici ma non i risultati, qualcosa non funziona in una formula matematica che un tempo era inattaccabile, ma che oggi va rivista. Impossibile non processare tutto e tutti, all’indomani di uno 0-4 che certifica altre cifre impietose: i rossoneri sono la seconda peggior difesa (13 reti subite, media di 2 a gara). il Milan ha fatto meglio soltanto del Carpi (-16).
Difesa e fase difensiva nel mirino, così come ogni interprete di centrocampo e attacco. Vulnerabilità estrema dietro, nessuna idea in mezzo, poco mordente davanti. Da Zapata a De Sciglio, bevuti da Higuain e Insigne, passando per Rodrigo Ely, Bertolacci e Montolivo, arrivando a Bacca e Adriano. Mihajlovic non vede funzionare niente. Ma proprio niente. Soltanto 3 tiri in porta con il Napoli (e nessuno li ricorda). A Firenze il Milan aveva fatto anche peggio non vedendo nemmeno dal binocolo la porta Viola. Era la prima giornata, si disse che ci poteva stare. Beh, adesso non ci sta più.
RISULTATI 7° TURNO SERIE A:
Carpi-Torino 2-1, Chievo-Verona 1-1 (giocate sabato), Empoli-Sassuolo 1-0, Palermo-Roma 2-4, Sampdoria-Inter 1-1, Udinese-Genoa 1-1, Lazio-Frosinone 2-0, Juventus-Bologna 3-1, Milan-Napoli 0-4, Fiorentina-Atalanta 3-0
CLASSIFICA:
Fiorentina 18, Inter 16, Lazio 15, Roma 14, Torino 13, Napoli, Chievo e Sassuolo 12, Atalanta e Sampdoria 11, Milan 9, Juventus 8, Palermo, Udinese, Genoa ed Empoli 7, Carpi 5, Verona e Frosinone 4, Bologna 3
PROSSIMO TURNO (17 e 18 ottobre):
Roma-Empoli, Torino-Milan, Bologna-Palermo, Napoli-Fiorentina, Verona-Udinese, Genoa-Chievo, Frosinone-Sampdoria, Atalanta-Carpi, Sassuolo-Lazio, Juventus-Inter
Commenta o partecipa alla discussione