Svolta in casa Hellas, inizia l’era Delneri
Di francescodi Lorenzo Cristallo
Stravolgimenti inevitabili in casa Hellas Verona. L’ultimo posto in classifica e la concomitante sconfitta di Frosinone nell’ultimo turno ha indotto il presidente Setti ad una dolorosa ma inevitabile decisione, ovvero sia quella di esonerare il tecnico Andrea Mandorlini. L’ex allenatore gialloblu lascia Verona dopo cinque anni vissuti intensamente e con importanti successi in bacheca. Dalla lega pro alla serie A, questo è stato il cammino trionfante degli scaligeri nell’ultimo quinquennio ma in questa stagione complici molteplici fattori, partendo da una serie di infortuni pesanti che hanno penalizzato profondamente l’intera rosa, la dirigenza dell’Hellas ha ritenuto opportuno e purtroppo inevitabile dare una scossa all’intero ambiente. Al capezzale gialloblu è stato chiamato Luigi Delneri, vecchia conoscenza nella città veneta. Fu l’artefice nei primi anni 2000 del miracolo Chievo, dove si impose sotto i riflettori di tutto il panorama calcistico italiano. Poi ci furono esperienze positive con la Samp e l’Atalanta, ma le battute d’arresto per il tecnico d’Aquileia furono molte e tutte in piazze nobili del calcio, a partire dalla fugace esperienza al Porto quando venne chiamato a sostituire il partente Mourinho, per poi proseguire nel capitolo romano con i giallorossi con cui il feeling non sbocciò mai, soprattutto con l’ambiente, e altre avventure dai risultati negativi con Genoa e Juventus. L’esperienza bianconera fu una macchia profonda ed indelebile per Delneri che vide offuscare la sua immagine di tecnico innovativo.
Ora dopo lunghi anni d’attesa, l’ex tecnico del Chievo torna in pista con grande entusiasmo e voglia di smentire i suoi detrattori. La missione non è affatto delle più semplici: portare al compimento della salvezza il Verona. I gialloblu attualmente sono ultimi in classifica con soli sei punti all’attivo e distanti otto lunghezze dal diciassettesimo posto che significherebbe permanenza nella massima serie. Delneri dovrà essere abile a far tornare a respirare a tutto l’ambiente un profumo di positività attraverso il lavoro e un nuovo modo di stare in campo. Il tecnico di Aquileia classe 1950, ha dichiarato di avere a disposizione un manipolo di atleti molto interessanti, prestanti fisicamente e con importanti esperienze professionali dietro le spalle. In difesa afferma di sentirsi al sicuro con Moras e Marquez, a centrocampo dovranno dare il meglio di sé con la loro visione di gioco e piedi sopraffini, sia Hallfreddson che Viviani mentre anticipa che in attacco non vorrà assolutamente fare a meno dell’apporto del duo Toni-Pazzini. Delneri ha affermato che è inconcepibile tenere in panchina uno dei due attaccanti. A suo dire sia Toni che Pazzini sono bomber da quindici goal a testa a stagione, quindi perché accontentarsi di schierare solo uno , quando si ha la possibilità di sfruttare il fiuto del goal di questi attaccanti di razza?. Il neo allenatore ha dichiarato alla conferenza di presentazione, che inizialmente complice anche l’infortunio muscolare di Pazzini, non stravolgerà il credo tattico del suo predecessore Mandorlini, ovvero sia il “4-3-3” ma fra qualche giornata sarà scontato il passaggio al suo marchio di fabbrica del “4-4-2”. Nel frattempo l’infermeria lentamente si svuota con Ionita e Jankovic che sono di nuovo a disposizione del tecnico per preparare al meglio il prossimo match di campionato, domenica pomeriggio al “Bentegodi”, contro l’Empoli. Intanto il debutto di Delneri sulla panchina del Verona è stato positivo, centrando la qualificazione agli ottavi di finale di Coppa Italia, battendo il Pavia per uno a zero con goal di Wincek. La vittoria in casa Hellas latitava addirittura dai trentaduesimi di Coppa Italia, quando i gialloblu nell’agosto scorso eliminarono il Foggia. Per il resto in campionato si è ancora alla ricerca dei primi tre punti, considerando che il tabellino dell’Hellas in queste quattordici giornate parla di zero vittorie, sei pareggi e ben otto sconfitte.
Ora spetterà a Delneri invertire la rotta, dare nuova linfa alla squadra, rigenerare campioni come Toni e Pazzini e dimostrare a tutti i “benpensanti” che gravitano attorno al mondo del calcio, che Delneri non è rimasto fermo ai fasti dei primi anni 2000 alla guida del Chievo, ma ha una voglia spasmodica di riscattarsi professionalmente e centrare una salvezza ad oggi difficile da ottenere per poterla festeggiare come la conquista dello storico scudetto in casa scaligera, targato 1985.
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