Mancini: tre meriti e due difetti

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Difficile stabilire quanto incida Mancini sulle vittorie dell’Inter: Capello dice che un allenatore conta al massimo per il 30%. Di sicuro, è suo il merito se Ibra segni con tanta continuità; non era mai successo che lo svedese facesse così tanti gol. Altrettanto vero che ha trasformato Cambiasso in un centrocampista formidabile, per tecnica e quantità. E ancora: se la squadra, in generale, non è psicolabile, di sicuro c’è un lavoro di fondo di Mancini.

Tuttavia, conserva due difetti: se li elimina, diventa l’allenatore più bravo del mondo, visto che Capello e Lippi sono out. Primo: la sua sconfinata passione per Burdisso e Solari, due giocatori mediocri che disputano troppi minuti, combinando pasticci. Secondo: Stankovic deve trovare un’unica posizione; se Mancini continua a cambiarlo, il centrocampista va in tilt.


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