Juventus: Vidal griffa il poker scudetto, ora testa al Real Madrid
Di Emanuele SaccardoEra nell’aria da parecchie settimane, mancava soltanto la certezza matematica. Volendo andare a cercare la genesi del quarto tricolore consecutivo della Juventus, si trovano due snodi fondamentali: il primo è facile e ci riporta a luglio 2014, all’indomani dell’addio di Conte e dell’ingaggio – non senza dubbi, insulti e sorrisini – di Massimiliano Allegri, in quel momento semplice odiato ex tecnico del Milan. Il secondo è più nascosto tra le pieghe della psicologia dello spogliatoio bianconero: Buffon e compagni, punti nell’orgoglio dalle parole di Rudi Garcia (“vinceremo noi lo scudetto”), decidono in quel preciso istante che no, non ci sarà spazio per una festa giallorossa. E parte la cavalcata, il cui viatico fondamentale è il successo sul Napoli.
Ieri sera l’epilogo al Ferraris di Genova, sparring partner la Sampdoria. Basta un gol di Arturo Vidal per mettere la parola fine al campionato, basta un acuto del condottiero cileno per sancire il poker. Un successo stagionale figlio della normalità, dell’umiltà e del carattere. Allegri entra in punta di piedi, non snatura l’impianto vincente costruito da Conte, pian piano però convince i senatori a seguirlo nelle idee del suo progetto. Allegri ricostruisce da capo l’intesa con Pirlo, ci vede lungo su Pereyra. Il mister livornese plasma il capolavoro con l’aiuto del talento di Pogba, la forza dirompente di Tevez e l’appoggio di Buffon, Bonucci, Chiellini e Barzagli.
Pochi scivoloni, tanta concentrazione profusa di domenica in domenica su qualunque campo. Persino le consuete polemiche su questo o quel rigore, su questo o quel fuorigioco non visto reggono a stento. La Juventus è più forte, su tutta la linea, poche chiacchiere. E ieri, a margine della festa contenuta per non distrarsi troppo dall’impegno della vita con il Real Madrid, qualche sassolino dalla scarpa il Club se lo è levato. Come il tweet sul numero dei campionati vinti (“festeggiamo lo scudetto numero 33”), o quello di Andrea Agnelli sul lavoro di Allegri che oscura quello di Conte (“per fare questo ci vogliono le palle! Grazie Max”). Oppure, ancora, le dichiarazioni di Buffon:”Io ho vinto 9 campionati con la Juventus, 8 in Serie A e uno in B.”
Ora testa, cuore e polmoni sono orientati verso la semifinale di Champions League, alla doppia sfida di fuoco contro il Real Madrid di Ronaldo & C.: la missione non è impossibile, il gruppo bianconero ha le carte in regola per tentare un’impresa a suo modo storica; un’impresa che per Pirlo, Buffon e Barzagli significherebbe calcare di nuovo il prato dell’Olympiastadion di Berlino a 9 anni di distanza dalla vittoria del campionato mondiale. Nel mezzo c’è anche finale di Coppa Italia contro la Lazio, una gara che potrebbe rappresentare la ciliegina sulla torta di un’annata dal sapore indimenticabile.
Vada come vada, siamo certi che un pensiero della Juventus sia già rivolto alla prossima stagione: il record dei 5 campionati vinti negli anni Trenta, proprio dalla Vecchia Signora, è nel mirino.
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