Sacchi: “Il Napoli a Nizza ha cambiato il calcio”
Di Alessandro LugliArrigo Sacchi ha rilasciato alcune dichiarazioni alla Gazzetta dello Sport: “Ho sempre seguito Ventura, mi entusiasmava il suo Bari: un 4-2-4 che diventava 4-4-2, perché il calcio è movimento, con giocatori normali. Eppure era spettacolare. È bello quando un tecnico cerca uno stile come in Spagna: lo fa Sarri, ci hanno provato Sousa a Firenze, Di Francesco col Sassuolo, Giampaolo alla Samp. Altri si stanno avvicinando. Lo fa a modo suo Gasperini, cercando superiorità con un pressing spesso ultra-offensivo. Cambiare non significa migliorare, ma per migliorare devi cambiare”
Mancare al Mondiale sarebbe un piccolo dramma sportivo.
“Noi siamo strani: abbiamo vinto 2 Mondiali senza mai pensare di essere superiori. Come diceva Churchill, giochiamo le partite come fossero guerre e perdiamo le guerre come fossero partite. Però stiamo crescendo. Ai miei tempi la Cremonese veniva a San Siro e si chiudeva. Invece il Sassuolo di Di Francesco e l’Empoli di Sarri avevano possesso palla. Il calcio si gioca con la mente più che con i piedi. Il Napoli fa cose contro la storia”.
Nel senso che?
“Va a Nizza dopo il 2-0 dell’andata e attacca 90’: pensi se fosse caduto in contropiede cosa avrebbero detto! Ma ha osato. Ha alzato il livello culturale: oggi a Napoli applaudono il 3° posto, stanno con le grandi con un terzo del bilancio. Sarri sta dando uno stile a un calcio, quello italiano, che non ha stile riconoscibile”.
Però quell’Insigne…
“Il Barcellona non mi sembra all’altezza del Real: perso Neymar, Insigne sarebbe stato perfetto. Il più grande talento italiano degli ultimi 10 anni, ha intuizioni geniali. Deve solo evitare di fare il “furbetto” ogni tanto”.
Cioè?
“Quando non ha voglia di correre. Quando Mertens e Hamsik bloccano i centrocampisti che hanno sbocco solo nel terzino destro e lui guarda indietro, fa chiusure preventive, invece di tentare di portar via il pallone. È un peccato, perché tatticamente è proprio bravo”.
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