L’Italia delle prime volte: Donnarumma, Belotti, Ventura e il V.A.R.
Di Emanuele SaccardoAi tabellini è stata consegnata l’ininfluente battuta d’arresto della Nazionale italiana contro la Francia. Il 3-1 a favore dei transalpini firmato da Martial, Giroud e Kurzawa (rete Azzurra di Pellè) passa in secondo piano nella serata delle prime volte. O, almeno, accantoniamo noi un risultato negativo di un certo spessore per fare spazio alle celebrazioni.
Innanzitutto la prima panchina ufficiale da c.t. per Giampiero Ventura, arcinoto ex tecnico del Torino subentrato dopo gli Europei ad Antonio Conte, emigrato in Inghilterra alla corte del Chelsea. Non parte bene il suo mandato, non tanto in virtù delle scoppole rimediate dai cugini d’oltralpe (qualcosa di buono l’Italia lo ha pure mostrato, specie con Candreva e Pellè), quanto per le scelte che hanno portato alle prime convocazioni. Al netto di aspetti che non possiamo conoscere, è suonata quanto meno arrogante la decisione “a prescindere” di non tenere in considerazione Domenico Berardi.
L’attaccante calabrese, miglior marcatore nella storia del Sassuolo con 55 reti in 140 partite, è sì infortunato ma si è visto chiudere le porte in faccia di Coverciano ancor prima di cominciare. Motivo? Secondo Ventura non è adatto al suo 3-5-2, che poi è il medesimo sistema di gioco adottato in precedenza da Conte. Il nuovo c.t. non vuole snaturare il gruppo che tanto bene ha fatto a Euro 2016, giustamente deve sperimentare in vista delle qualificazioni al Mondiale 2018 e ha pieno diritto di scegliere chi vuole. Ma almeno i giocatori andrebbero prima testati. Questa l’opinione della maggior parte dei media. Staremo a vedere.
Polemiche a parte, è stata anche la prima volta di Gianluigi Donnarumma con la maglia Azzurra. Il portiere rossonero, predestinato fino al midollo, è subentrato nella ripresa all’altro Gianluigi, meglio noto come Gigi, anzi, San Gigi. Dopo gli abbracci, l’emozione, i consigli a margine dei Milan-Juventus della passata stagione, Buffon ha fatto da chioccia a Donnarumma nel primo ritiro stagionale della Nazionale, fino a prenderlo per mano guidandolo all’esordio.
Grande e vibrante emozione per il numero uno milanista, naturalmente, inclusa una certa ingenuità in occasione del definitivo 3-1 per la Francia (rete subita sul primo palo, un tiro cross sul quale Donnarumma è andato a terra con troppa fretta). Ma ci può stare tutto, in fondo il ragazzo ha appena 17 anni e 6 mesi compiuti. Questo dato consegna Donnarumma alla storia, perché abbatte il precedente record che stava in piedi da ben 104 anni. Era infatti il 1912 quando Piero Campelli, estremo difensore dell’Inter, esordì nella selezione maggiore all’età di 18 anni e 6 mesi.
L’ultimo esordio del San Nicola di Bari riguarda Belotti, bomber del Torino che in questo inizio stagionale sta sbaragliando la concorrenza con 4 centri in 180 minuti (e un paio di rigori consecutivi falliti, ma son dettagli). Andrea, detto ‘il gallo’ per la sua tipica esultanza con la mano sulla testa a imitare una cresta, si è consacrato nella passata stagione proprio sotto il comando di Ventura, che inevitabilmente lo ha voluto in Nazionale per saggiarne il nuovo grado di maturità.
Chiudiamo la panoramica sulle prime volte della serata barese con il V.A.R., il Video Assistant Referees. Noi impropriamente lo chiamiamo ‘moviola in campo’, forse perché da almeno un ventennio se ne discute nei talk sportivi, sui giornali, nei bar. Ma sul campo non c’è proprio nulla, esiste un pulmino attrezzato fuori dallo stadio. Sembra qualcosa che ricorda i film di spionaggio, in effetti, e la ragione di questa scelta ‘registica’ ancora ci sfugge. Comunque sia, era previsto per ieri sera il primo test ufficiale, sebbene non contemplasse per l’arbitro Kuipers la possibilità di cambiare una eventuale decisione presa sul terreno di gioco.
Poco male, in fondo era un test. Al minuto 33 ecco il primo vagito del V.A.R.: in piena area francese, De Rossi colpisce di testa e la palla cozza contro il braccio di Kurzawa. Il direttore di gara lascia correre, ma subito chiede lumi via microfono/auricolare: “Ho preso la giusta decisione?”, e dalla cabina di regia del pulmino da film di spionaggio arriva immediata (o quasi) la risposta: “Sì”. Lapidaria, però utile a farci capire una cosa: la storia è cambiata.
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