Di Milan in peggio: Sassuolo in zona Europa, fischi a San Siro

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C’è chi prende fiato lontano da San Siro e dal Milan, godendosi il sole di Bilbao (Paolo Maldini) o assistendo a Lazio-Inter comodamente seduto in tribuna (Mihajlovic e Inzaghi). Uno è stato indiscussa bandiera ventennale del Diavolo, gli altri due sono ancora voci a bilancio milanista e, forse, sorridono sotto i baffi mentre guardano i nodi venire al pettine. Uno, Maldini, viene celebrato in terra basca – com’è giusto che sia – per la sua fedeltà a un solo Club, mentre quello stesso Club continua a ignorarlo e il suo Presidente si domanda dove sia la riconoscenza dei tifosi per i 28 trofei in 30 anni (e quella della Società per le bandiere, invece?). Gli altri due attendono giugno, chi per terminare un contratto e magari togliersi qualche sassolino dalla scarpa – Inzaghi -, chi per gettare le basi di un ciclo diverso all’ombra di Formello – Mihajlovic.

Lontano dai loro occhi e può darsi anche dal cuore, il Milan ha vissuto la peggior settimana del peggior anno da quando Berlusconi è il padrone. Prima la bagarre del consiglio di amministrazione, con la pesante e colpevole assenza di Barbara Berlusconi e la contestuale protesta dei piccoli azionisti, poi la conferma che il bilancio è un buco da ripianare con i denari Fininvest (in parte) e con la paghetta annuale di papà Silvio. Quindi l’incertezza sul futuro che ancora non è dato sapere se avrà un profilo cinese o italiano, né se Silvio continuerà a tenere per sé il giocattolo Milan, pagandolo tutto di tasca propria, e se soprattutto finalmente avrà il coraggio di riconoscere realtà e responsabilità (ne dubitiamo).

In mezzo a tutto questo, c’è un Milan di Brocchi (che volutamente è inteso non solo come il cognome dell’attuale tecnico rossonero) che arranca in casa contro il Frosinone, adesso penultimo in Serie A. Dopo l’ennesima “fatal Verona” è ancora una delle ultime forze del torneo a far passare un’altra domenica di passione al popolo milanista. Nelle ultime tre gare, due delle quali casalinghe, il Milan ha affrontato Carpi, Verona e Frosinone (non Atletico Madrid, Real e Barcellona) raccogliendo appena 2 punti. Cosa può esserci di peggio? Ah, sì, giusto: il fatto che adesso il Diavolo è uscito dai radar della qualificazione all’Europa League, l’unico contentino che potrebbe dare un minimo di senso alla stagione – finale di Coppa Italia e Supercoppa a parte.

Già, perché il Sassuolo continua a fare il proprio dovere: la squadra di Squinzi, tifoso del Milan dichiarato, battendo di misura il Verona ha scavalcato i rossoneri attestandosi al sesto posto. E sinceramente siamo anche un po’ felici che sia così: se la meritocrazia ancora ha un senso, se il lavoro e la programmazione pagano, se un progetto va difeso e visto crescere, allora è giusto che sia il Sassuolo a staccare il biglietto per il preliminare europeo. Non ce ne vogliano dalle parti di Milanello, ma nell’Emilia di fede neroverde le cose si fanno bene e sarebbe il caso di prendere esempio. Non c’è bisogno di andare oltre confine e scomodare altri tornei: in casa abbiamo già dei fari nella notte. Basta voler guardare.

Basta rendersi conto che Di Francesco, quello che non aveva tutti i torti a dire che al Milan c’è confusione, non è Mourinho ma è bravo ed è cresciuto tanto nelle ultime stagioni. Perché? Facile: perché lo lasciano lavorare e, guarda un po’, gli rinnovano anche il contratto. A disposizione ha tanti giovani, spesso di casa nostra, che costano poco e rendono tanto. Perché? Facile: perché li lasciano lavorare, sbagliare e imparare. Li lasciano crescere.

I tifosi, che stupidi non sono e che come i piccoli azionisti hanno smesso da un pezzo di credere alle favole, legittimamente protestano fischiando. Brocchi, che da neo tecnico del Milan ha certamente zero responsabilità, ha già perso lo smalto del post Sampdoria e pare un filo più nervoso. E non potrebbe essere altrimenti. La squadra, che di fenomeno ne ha uno solo e si chiama Donnarumma (al netto di una domenica davvero storta), fa quello che può e più del sesto o settimo posto non potrebbe mai ottenere. Mai. Se non cambiano le cose, nemmeno il prossimo anno. Anzi, serpeggia il fondato timore che il Milan possa anche riuscire a peggiorare.

Una cosa bella, però, contro il Frosinone si è vista: la rovesciata di Antonelli, entrato da 3 minuti, che ha permesso al Milan di credere nella rimonta. Una rimonta inutile visto che Balotelli ha centrato la traversa del possibile 4-3 (a Mario, comunque, non ne va bene una quest’anno), ma un gesto tecnico e un gol, quello di Antonelli, che ha un significato preciso: non servono soltanto i fenomeni e i soldi, servono la convinzione e la voglia di giocatori così. Gregari che sputano i polmoni e non mollano mai.

RISULTATI 36° TURNO SERIE A:

Udinese-Torino 1-5, Chievo-Fiorentina 0-0 (giocate sabato), Juventus-Carpi 2-0, Empoli-Bologna 0-0, Palermo-Sampdoria 2-0, Sassuolo-Verona 1-0, Milan-Frosinone 3-3, Lazio-Inter 2-0, Genoa-Roma oggi ore 19, Napoli-Atalanta oggi ore 21

CLASSIFICA:

Juventus 88*, Napoli 73**, Roma 71**, Inter 64, Fiorentina 60, Sassuolo 55, Milan 54, Lazio 51, Chievo 49, Torino 45, Empoli e Genoa** 43, Bologna e Atalanta** 41, Sampdoria 40, Udinese 38, Carpi e Palermo 35, Frosinone 31, Verona 25

*campione d’Italia

**una gara in meno

PROSSIMO TURNO (7 e 8 maggio):

Inter-Empoli, Milan-Bologna, Roma-Chievo, Fiorentina-Palermo, Carpi-Lazio, Frosinone-Sassuolo, Sampdoria-Genoa, Atalanta-Udinese, Torino-Napoli, Verona-Juventus

 

 


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