Neymar raddrizza la “Barça”, Schweinsteiger zittisce Old Trafford
Di Emanuele SaccardoBarcellona – Atletico Madrid 1-1
56′ Diego (A), 71′ Neymar (B)
Manchester United – Bayern Monaco 1-1
58′ Vidic (M), 67′ Schweinsteiger (B)
Sulla carta, a volerli per forza individuare, i favoriti si trovano. Sempre. Prima del fischio d’inizio dei quarti valevoli per la Champions 2014, alzi la mano chi non ha fatto i soliti nomi: Barcellona, Bayern Monaco e Real Madrid su tutti, in rigoroso ordine sparso. Tuttavia la magia del calcio consiste proprio nel tastare con mano, quasi sempre, che il pallone non fa parte di una scienza esatta. Al Camp Nou e ad Old Trafford ne abbiamo avuto l’ennesima conferma.
Sia chiaro che Atletico Madrid e il nobile decaduto Manchester United non sono robetta: i Colchoneros occupano il vertice della Liga davanti a Barça e Real, mica due squadre di terza categoria; e i Reds sono sì in un momento difficile, ma la musica della Champions lustra gli scarpini di Rooney e soci. Sempre.
Così accade che le due sfide in programma ieri sera si siano concluse con l’identico punteggio di 1-1 che, se da un lato favorisce leggermente Atletico e Bayern, lascia in bilico il discorso qualificazione. Simeone ha presentato in terra catalana il solito menù: squadra fisica, grande organizzazione di gioco e capacità di leggere ogni fase del match con i giusti occhiali. La sintesi del Cholo-pensiero si traduce con il vantaggio inaspettato nel momento migliore dei padroni di casa, quando l’ex mai rimpianto juventino Diego estrae dal cilindro una bomba velenosa che, dai trenta metri, fulmina il poco reattivo Pinto (anche se sulla sfera c’era scritto “imprendibile”). Il destino ha voluto che il brasiliano entrasse in campo al posto di un altro Diego, quel Costa da 33 gol stagionali costretto ad abdicare per un problema muscolare ancora da decifrare.
Il Barcellona naturalmente non ci sta e ricomincia a tessere trame sontuose nella metà campo ospite. Dopo un quarto d’ora ecco arrivare il pari: Iniesta, al solito tra i migliori, innesca Neymar con un assist a pelo d’erba pensato con goniometro e compasso. L’asso verdeoro non può far altro che aprire il piattone destro e fulminare Courtois. Il portiere belga, da lì in poi, confermerà di essere tra i migliori estremi difensori sotto i 25 anni del pianeta; tre interventi che strozzano nella gola blaugrana la gioia del vantaggio e rimandano tutto alla sfida del Vicente Calderòn.
Oltre Manica il copione è stato grosso modo lo stesso. Nello scontro numero dieci tra i due club che detengono il maggior numero di presenze ai quarti di Champions, prevale sin da subito la superiorità dei tedeschi guidati dal cannibale Guardiola. Sono gli esterni, manco a dirlo, a fare la differenza: Ribery e Robben fanno impazzire la retroguardia di casa e soprattutto l’olandese va vicino al gol in più di una circostanza. Ma anche qui, nel miglior momento di una, è l’altra a punire. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Vidic mette in mostra la sua specialità impallinando Neuer con un colpo di testa in torsione. Il pubblico, benché avvezzo a certi palcoscenici, è incredulo perché conscio della superiorità avversaria. Sembra non farsi illusioni, insomma.
E fa bene, perché i bavaresi non si scompongono e ripartono con il loro gioco a memoria. Passano solo dieci minuti e Schweinsteiger raccoglie una sponda al bacio dalla testa di Mandzukic ed esplode un sinistro di controbalzo sul quale De Gea resta spettatore non pagante. Lo stesso centrocampista autore del pareggio viene espulso per doppia ammonizione (le caviglie di Carrick e Rooney gridano ancora vendetta) lasciando aperta la porta del rimpianto per il return match della prossima settimana. Festa a metà.
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