Milan e Liverpool, i re della Champions mai imitati: ma perché?
Di francescoMilan e Liverpool ci insegnano come si vince la Champions. Si esce subito dalla lotta scudetto e dalla coppa nazionale, ci si concentra sulla coppa Campioni, si risparmiano i giocatori importanti per farli andare in campo solo nelle partite decisive (vedi Kakà, Pirlo, Gerrard), si disputano alla grande una ventina di minuti per ogni turno di 180 minuti (o di più, in caso di supplementari), non si pratica bel calcio.
E invece, Inter, Roma, Arsenal, Real Madrid, Barcellona, Chelsea e compagnia se la vogliono giocare sino in fondo anche in campionato e coppa nazionale: buonanotte, non te la cavi più. Arrivi al momento clou in braghe di tela, sfiancato, logoro, pieno di infortuni, con la schiena rigida e la testa intossicata, i nervi a pezzi.
Mi chiedo: perché quelle squadre non imparano da Milan e Liverpool (che si giocheranno la finale a Mosca)? Mistero. Forse le società sono troppo esigenti, golose, insaziabili. E allora, anche quest’anno subiranno la lezione dai rossoneri e dai reds.
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