Egemonia Juventina
Di Matteo Maffia
Sabato 29 Settembre, ore 20. All’Allianz Stadium di Torino si è appena conclusa la sfida tra Juventus e Napoli sul risultato di 3 a 1 per i padroni di casa, che staccano così in classifica gli azzurri portandosi a più sei in classifica con lo scontro diretto a favore.
Il vantaggio di Mertens è frutto del lavoro di Ancelotti, che ha preparato tatticamente la partita nel miglior modo possibile, costringendo la Juve a numerosi quanto insoliti errori in fase di costruzione e liberando il talento dei suoi uomini offensivi. Il risultato finale, però, parla chiaro e lascia poco spazio alla libera interpretazione. L’impressione è che i bianconeri siano semplicemente troppo superiori dal punto di vista mentale e caratteriale, perché a livello tecnico-tattico è stata una partita giocata a viso aperto da due ottime squadre molto preparate.
La figura di Cristiano Ronaldo è emblematica. Sale in cattedra proprio quando la sua squadra ne ha più bisogno, gioca con la disarmante tranquillità tipica del campione che sa di dover aspettare il momento giusto per fare la giocata decisiva. Il portoghese è sempre nel vivo del gioco, si ha sempre la sensazione che possa creare qualcosa di pericoloso. E in effetti è proprio così. Cross perfetto per la testa di Mandzukic che solo in area sigla il pareggio. Tiri dalla distanza sempre insidiosi per Ospina, che dopo averne respinto uno sul palo si trova a dover raccogliere sul fondo della rete il tap-in del croato. Doppietta personale e raddoppio juventino. Il terzo gol nasce da una spizzata su corner proprio del cinque volte pallone d’oro che favorisce Bonucci appostato sul secondo palo.
Lucidità e programmazione
Massimiliano Allegri è perfettamente consapevole del livello della sua squadra e sta svolgendo il suo lavoro in maniera impeccabile. La gestione del gruppo, quando hai a disposizione una rosa così ampia e di alto livello, è fondamentale. Un chiaro esempio è Paulo Dybala. Le panchine consecutive della Joya avevano già fatto gridare allo scandalo, alla rottura con l’allenatore e all’odore di cessione. Il tecnico toscano, al contrario, non ha esitato a schierarlo da titolare nella partita finora più importante giocata dai suoi ragazzi. A discapito di un Bernardeschi che in quest’inizio di stagione ha dimostrato di essere nettamente il più in forma degli uomini offensivi bianconeri.
La superiorità dimostrata in Italia negli ultimi anni è frutto del lavoro perfettamente impostato dal presidente Agnelli, dall’ AD Marotta e dal DS Paratici. La Juventus è l’unica squadra del nostro campionato ad avere avuto una continuità societaria negli ultimi 10 anni che le ha permesso di raggiungere risultati sportivi ed economici pazzeschi. Alcuni numeri possono essere utili per rendere l’idea della qualità del lavoro svolto dalla dirigenza. 7 campionati vinti negli ultimi 7 anni, 2 finali di Champions League, 504 milioni di euro di ricavi nel 2018.
La più grande differenza con le altre, da questo punto di vista, la fa sicuramente lo stadio di proprietà, il quale porta circa 40 milioni di euro nelle casse del club di Torino. Questo, affiancato da importanti risultati sportivi europei e dal dominio in Italia rendono enorme il gap con le possibili rivali presenti nel nostro campionato. La gestione oculata effettuata dalla Juventus le ha infatti permesso di aggiudicarsi le prestazioni del giocatore più determinante in Europa negli ultimi anni (4 Champions League, un europeo con il suo Portogallo, 4 Palloni d’oro, 1 Liga, 1 Supercoppa spagnola, 1 Copa del Rey, 3 Mondiali per Club e 4 Supercoppe europee solo dal 2014). Utopia o Fantamercato attualmente per qualsiasi altra società in Italia.
La rincorsa
L’impressione è che la situazione sia destinata a non cambiare nemmeno quest’anno. La vera rivale, almeno dal punto di vista economico, sembra essere l’Inter di Suning. Dopo anni di gestione “di cuore” da parte del presidente Massimo Moratti, e gli avvicendamenti societari che hanno visto prima Thohir prendere il suo posto, poi Zhang Jindong ritirarne il 70% delle quote societarie, sembra che ora i nerazzurri abbiano intrapreso la strada corretta per programmare un aggancio alla Juventus. I ricavi relativi al 2018 dei nerazzurri che si aggirano sui 330 milioni di euro lo dimostrano. Ancora troppo poco, però, per poter pensare di porre fine al dominio juventino degli ultimi anni.
La svolta, è arrivata proprio in questi giorni insieme alla notizia dell’uscita di scena di Giuseppe Marotta, che lascerà il suo ruolo alla Juventus. L’ormai ex Amministratore Delegato ha anche dichiarato in una recente intervista che non esclude di proseguire la sua carriera in un altro club. Chissà se proprio l’Inter, orfana di Walter Sabatini passato alla Sampdoria, proverà un colpo di questo tipo, che le permetterebbe di migliorare nettamente il suo team dirigenziale e proseguire il cammino tracciato nelle ultime stagioni.
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