Portogallo in semifinale senza vittorie, CR7 sorride a metà
Di Emanuele SaccardoPolonia – Portogallo 1-1 (4-6 d.c.r.)
2′ Lewandowski (Pol), 33′ R. Sanches (Por)
La prima semifinalista di Euro 2016 è dunque il Portogallo. Come quattro anni fa la banda lusitana guidata da Cristiano Ronaldo riesce a centrare la Top Four, in parte sovvertendo parecchi pronostici. Non tanto per la caratura della Polonia, eliminata ai calci di rigore, quanto per l’oggettivo potenziale del gruppo a disposizione di Fernando Santos.
Non è strano mettere in dubbio il Portogallo, a dispetto dei numeri nelle competizioni continentali: compreso il torneo del 2000, negli ultimi sedici anni i lusitani sono arrivati almeno in semifinale in quattro occasioni su cinque, steccando soltanto nel 2008; e nel 2004, all’Europeo di casa, arrivarono anche in finale (sconfitti poi dalla sorprendente Grecia). Dunque, perché criticare CR7 e compagni?
Presto detto: proprio per i numeri di cui sopra di una Nazionale cui manca sempre quel qualcosa per fare il proverbiale salto di qualità. Come la Spagna prima che iniziasse il ciclo che l’ha portata a vincere Europeo-Mondiale-Europeo in quattro anni, anche il Portogallo soffre la sindrome della bella incompiuta. Che poi, sull’essere bella, oggi come oggi, c’è parecchio da discutere.
Il Portogallo arriva alla semifinale senza aver mai vinto una gara al termine dei minuti regolamentari. Sì, certo, a essere pignoli potremmo dire che almeno l’ottavo di finale contro la Croazia lo ha portato a casa con la rete decisiva di Quaresma entro i 120′ di gioco, però resta il dato relativo ai 90′. Sono in tutto 6 le gare consecutive nelle quali i portoghesi non sono andati oltre il pari, contando anche il penultimo atto perso ai rigori con la Spagna quattro anni fa. Un record poco invidiabile che tuttavia mette in risalto la solidità difensiva lusitana, specialmente in considerazione dello stato di grazia di Pepe, anche ieri sera fondamentale di fronte alle bocche da fuoco polacche.
Chi continua invece a latitare un bel po’ è il faro del Portogallo, Cristiano Ronaldo. Il fenomeno madridista è fermo a quota 2 centri (entrambi contro l’Ungheria nel girone), dato che contrasta con le sue consuete medie stagionali. In pratica, in cinque incontri la miseria di 2 gol, come dire uno ogni 255′ (tenuti in considerazione anche i tempi supplementari con Croazia e Polonia), come dire una rete ogni 3 partite. A questo si aggiunga la poca precisione mostrata anche ieri sera a Marsiglia, unita a un serpeggiante nervosismo che ne ha condizionato i movimenti. In sostanza: Ronaldo non è in piena forma e patisce un po’ quella maledizione che pesa anche sulla testa di Messi, quello scherzo degli Dèi che costringe la coppia di extraterrestri del calcio ad arrancare in Nazionale nonostante dettino legge nel Club.
Quindi Cristiano Ronaldo è sì felice per il suo Portogallo, ma con riserva. Vero è che il primo rigore della serie finale lo ha calciato lui e con la consueta sicurezza, dimentico del fatto di averlo sbagliato poche settimane fa contro l’Austria. I campioni si vedono anche in questi dettagli, che poi dettagli non sono. Ma la domanda è se basterà anche in semifinale, dove presumibilmente il Portogallo se la dovrà vedere contro i terribili funamboli del Belgio. Non ce ne vogliano Bale e il Galles, ma il pronostico pende dannatamente dalla parte di Wilmots. Questo è tuttavia uno tra i campionati europei più sorprendenti di sempre, di rivelazioni ce ne sono già state un tot (chiedere a Hodgson per conferme islandesi). Non si sa mai.
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