La Lazio batte l’Inter. Spalletti-Icardi: gelo! Napoli: vari infortunati.
Di Alessandro LugliL’infermeria del Napoli non accenna a svuotarsi, anzi, dopo la trasferta vittoriosa contro la Roma Ancelotti è costretto a fare i conti con qualche nuovo acciacco dei suoi giocatori. Mertens, infatti, si è sottoposto a terapie a Castel Volturno dopo un trauma contusivo alla tibia che lo mette in dubbio per la trasferta di Empoli, così come Hysaj uscito anzitempo a Roma per precauzione. In vista dell’Arsenal Ancelotti non vuole rischiare. La squadra azzurra si è divisa in due gruppi per preparare la sfida in Toscana: chi ha giocato contro la Roma ha effettuato un lavoro di scarico, mentre per gli altri è stato previsto un lavoro normale concluso da una seduta tattica e da una partitella a campo ridotto. L’attenzione però è rivolta agli acciaccati: se Ospina è rientrato in gruppo come Ghoulam, Hysaj e Mertens si sono sottoposti a terapie dopo i problemi incassati all’Olimpico. La volontà del tecnico è chiara. Con il secondo posto ormai blindato in campionato, evitare rischi inutili in vista della doppia sfida di Europa League contro l’Arsenal è un obbligo. Ecco perché Mertens potrebbe essere risparmiato ad Empoli così come l’esterno difensivo, mentre restano da valutare – seppur con ottimismo – le condizioni di Insigne dopo il problema in settimana. Se le risposte saranno soddisfacenti si potrebbe rivedere per qualche minuto prima dell’impegno europeo. Fuori sicuramente Albiol, Chiriches e Diawara. (mediaset)
Lionel Messi ne ha combinata un’altra delle sue. A parte il gioiello su punizione, con la doppietta realizzata all’Espanyol il fuoriclasse argentino ha stabilito un record impressionante: per la decima stagione consecutiva ha superato quota 40 gol ufficiali. Nessuno nella storia è riuscito a fare altrettanto. Come spesso avviene in questi casi, il suo rivale principale è Cristiano Ronaldo, che in nove stagioni ha superato questa barriera, ma non in maniera consecutiva. Quello che gli sta intorno sembra un dettaglio secondario. Con qualunque compagno alle spalle, la sua regolarità non ha conosciuto autunni né inverni. Aveva alle spalle Xavi e Iniesta, adesso non li ha più ma non sembra fare molta differenza. Ma leggere dentro queste cifre è molto interessante, perché in questi 10 anni la Pulce ha superato per ben 5 volte quota 50 gol, con un record assoluto di 73 nella stagione 2011-12 e un bel 60 l’anno successivo. Tutto cominciò con Pep Guardiola, che nel 2008 iniziò la sua epopea nel Barcellona e valorizzò immediatamente le doti di goleador del gioiello che gli era stato messo a disposizione: in quella stagione 2008-209 Messi (che veniva da due totali di 16 e 17 gol nelle due stagioni precedenti) arrivò a quota 38, mentre l’anno successivo con 41 iniziò questa serie straordinaria che continua tuttora. Anche nel passato il calcio ha regalato agli appassionati dei grandissimi goleador, ma una volta si giocava meno e le statistiche erano anche meno precise. Ma Alle spalle di Messi e Cristiano Ronaldo per trovare il terzo in questa speciale classifica dobbiamo andare indietro di diversi decenni per parlare nientemeno che di Pelè, capace di superare come Cristiano la quota di 40 gol in 9 stagioni, ma più distribuite rispetto al portoghese. Poi Gerd Muller, uno dei più grandi cannonieri di tutti i tempi, è arrivato a quota 40 in 7 stagioni. Per l’ungherese Ferenc Puskas le stagioni over 40 sono state 5. In un calcio un po’ più moderno, il polacco Robert Lewandowski ha superato quota 40 per 3 volte, mentre Zlatan Ibrahimovic si è fermato a 2 e Ronaldo Fenomeno solo una volta ha superato quota 40. Sono tutte cifre che rendono ancora di più l’idea della grandezza di Lionel Messi, ma forse basta guardare una sua partita per togliersi ogni dubbio. (mediaset)
Reduce da due sconfitte consecutive, nel derby e contro la Samp, il Milan deve ripartire per difendere il 4° posto. “Per noi è una gara fondamentale, siamo costretti a vincerla – ha spiegato Gattuso in conferenza – Con Leonardo non ci sono problemi, il Milan viene prima di tutto”. Sulle parole sul suo futuro di venerdì. “Forse stavolta potevo stare zitto e non creare tutti i problemi che sono usciti in questi giorni”. Il cambio modulo: “Vediamo”. LA CONFERENZA DI GATTUSO Che Gattuso ci dobbiamo aspettare? “Veniamo da due risultati negativi, ma il gruppo mi fa ben sperare. Siamo vivi, non siamo morti”. Sulle proteste nei confronti della direzione degli arbitri. “Non cerco nessun alibi. Come si studiano gli avversari, bisogna studiare anche come sono gli arbitri. Orsato è uno che fischia poco, lascia molto correre. C’erano due episodi borderline, ma vanno accettati. Non possiamo attaccarci a queste cose, dobbiamo fare di più per vincere le partite”. La visita di Leonardo e Maldini. Il tuo sorriso nasce da una ritrovata serenità? “Si rema sempre dalla stessa parte, sono sorridente perché domani c’è una partita importante e non perché mi sono visto con Leonardo e Maldini. L’unione con Leo e Maldini non si può mettere in dubbio, anche se voi fate tante supposizioni. Il mio unico problema è riportare il Milan in Champions. Per il carattere mio e di Leonardo, se ci fossero problemi, le cose ce le diremmo in faccia”. Come sta Caldara? “Si sta allenando da 25 giorni con noi, è in crescita”. Come sta la squadra? Pensi a un cambio del modulo? “Vediamo, nella testa c’è la volontà di fare qualcosa di diverso. Vediamo domani”. Piatek corpo estraneo con l’Inter e a Genova. “Nelle riprese contro Inter e Samp abbiamo creato tanto. Nei primi tempi ho notato pure io che Piatek era troppo solo. Il problema è che sono due partite che andiamo sotto subito e quindi diventa tutto più difficile. Dobbiamo essere più propositivi”. Bakayoko meglio mezzala o play? “Nel primo tempo ha faticato come tutti, poi nella ripresa ha fatto bene da mezzala. Non è un problema dove gioca Bakayoko. Ci sta mancando un po’ di tranquillità, gli inizi delle due partite ci hanno portato a commettere degli errori”. Come hai visto Donnarumma? “Quando prendi un gol in quel modo ci stanno le critiche. Sono contento che ci abbia messo il faccione, un anno fa non lo avrebbe fatto. In un match tocca un centinaio di palloni e ci sta sbagliare. Mi piace come ha gestito la situazione, così come ho apprezzato molto le parole di Conti. Questo vuol dire che il gruppo è sano”. La ricetta per far uscire il Milan da questa situazione? “Vincere. Io sono tranquillo, qualcuno mi prenderà per pazzo, ma è davvero così. Dobbiamo iniziare meglio le partite”. Sulle parole di venerdì sul suo futuro. “Sono cose che non ripeterei per come sono uscite. Io sono vero e dico sempre quello che penso. Forse stavolta potevo stare zitto e non creare le problematiche che sono uscite in questi giorni”. Sul momento no della squadra. “Anche quando abbiamo vinto 5 gare di fila non sempre abbiamo giocato bene. Nei secondi tempi contro Inter e Samp abbiamo fatto meglio che in altre partite che abbiamo vinto. Sono tranquillo per quello che si respira nello spogliatoio. In questo momento vanno analizzate le cose che non vanno bene. Ci stiamo giocando tanto, arrivare in Champions è il nostro scudetto. A Genova avevo la sensazione di poter fare gol nella ripresa, così come nel derby ero convinto che potessimo ribaltare il risultato. E’ vero che al primo errore iniziamo a sbagliare di più, dobbiamo migliorare in questo”. L’Udinese spartiacque del campionato. “Per noi è una gara fondamentale, siamo costretti a vincerla. Dobbiamo entrare in campo con voglia, ma anche con tranquillità”. Cambiare qualcosa vuole dire anche provare le due punte? “Vediamo domani”. Il Milan deve cambiare perché ormai prevedibile e ormai hanno preso le misure a Piatek. “In questo momento vi focalizzate solo su Piatek, ma è tutta la squadra che è meno fluida. Tutti devono dare qualcosa in più, non solo Kris. Se a lui arrivano le palle, ti fa male. A Genova, nel primo tempo, era troppo solo, nella ripresa invece no. Abbiamo regalato troppe palle alla Sampdoria, dovevamo essere più bravi a smarcarci e a muovere la palla”. Come ha visto Kessie dal punto di vista fisico e dell’atteggiamento? “Vi sorprendete che Biglia si sia seduto di fianco a Kessie dopo la sostituzione? Non è un segnale, dopo il ritorno dalla nazionale ha abbracciato Lucas davanti a tutti. Hanno avuto una discussione, hanno sbagliato a farlo davanti a tutti, ma non c’è nessun problema adesso. Ha fatto qualcosa che ci ha fatto rimanere male, ma non c’è nessuna punizione”. Credi che la tua carriera da milanista sia giudicata in base a quanto farai in questi ultimi due mesi? “Non penso nulla sul mio conto. In questo momento, la cosa più importante è il club. Si può parlare di tante cose, ma il club è sopra tutto. Il Milan è una grande società e resta la cosa più importante. Ho sbagliato a dire quella cosa, si dice che non vado d’accordo con la dirigenza, ma la cosa fondamentale è il bene del club”. Il fatto di essere domani potenzialmente al terzo posto è uno stimolo? Averlo perso vi ha condizionato? “Quando si perde un derby qualcosa rimane, ma noi adesso non abbiamo il tempo per pensare a queste cose. Dobbiamo pensare solo a vincere domani, non pensiamo alle altre squadre in lotta con noi. Pensiamo solo a casa nostra, poi vediamo cosa succederà”. Paquetà veniva dalla Nazionale, ma negli ultimi 20′ ha dato ritmo e fluidità. “Fino a due settimane fa mi dicevate che era stanco, oggi è uscito che ho litigato con Leo perché non l’ho fatto giocare a Genova. Mi sembra di sognare. Ma secondo voi, il livello dei nostri dirigenti è così basso?”. L’ultimo centravanti che realizzava con continuità è stato Bacca. Ora giocate con gli esterni a piedi invertiti. Può essere un problema? “Quando giochi con esterni con i piedi invertiti devi sempre sterzare prima mettere il pallone in mezzo all’area. Non so se sia questo il problema, ormai ci sono tante squadre che giocano in questo modo”. Le piace l’idea della difesa a tre e Paquetà dietro le punte. Può cambiare il modulo o è solo una soluzione a gara in corso? “Per ora lo avete visto a partite in corso, vedremo nelle prossime partite. Abbiamo i giocatori per giocare con la difesa a tre e il trequartista”. Il presidente Scaroni ha detto che vuole rivedere un Milan vincente. “Perdere mi brucia sempre. Lui ha parlato degli ultimi anni, non di questo ultimo periodo. Arriviamo da due sconfitte, ma c’è la consapevolezza e il dovere di fare meglio. Speriamo che domani possa arrivare questa benedetta vittoria”. (mediaset)
“Io credo che sia stato davvero un colpo di fulmine, uno spera che duri tutta la vita poi a volte non basta solo l’amore: se non mancheranno i pilastri fondamentali come rispetto e sintonia, io credo che il rapporto possa essere molto duraturo”. Parola di Katia Ancelotti, figlia del tecnico del Napoli, convinta che il padre possa restare a lungo nel club campano. “De Laurentiis e mio papà amano la vita e amano vincere, è quello che vogliamo tutti. E poi quando sei abituato a vincere, vuoi vincere. Non so se sarà quest’anno, so che i napoletani non hanno più pazienza ma ci vuole tempo – ha spiegato in una intervista a Radio Kiss Kiss Napoli – Quando si inizia un ciclo dopo Sarri che ha fatto benissimo, non era facile entrare in punta di piedi e cambiare certi equilibri. Tifo? Io nasco milanista perché da che ho ricordi siamo stati sempre a Milano, tra calciatore e allenatore. Il mio cuore è un po’ rossonero”. (mediaset)
“Ho avuto tanti alti e bassi in questa stagione, ma è normale che li abbia avuti perché ho giocato tante competizioni e non ero abituato. Sono contento della mia stagione, voglio chiudere bene la stagione ed essere riscattato, la mia ambizione è quella di restare all’Inter”. Ha le idee chiare sul proprio futuro Matteo Politano, intervistato da Dazn a due giorni dal match di campionato in casa del Genoa. “A volte mi fermo un attimo, invece di attaccare la porta, in quello devo migliorare. Altre volte faccio fatica a gestirmi, vorrei dare sempre il massimo – ha aggiunto l’attaccante nerazzurro – Il movimento a rientrare? È un movimento che alleno continuamente, è la mia caratteristica, anche dopo allenamento mi fermo con Handanovic per provare quella giocata. Fino al tiro sembro Robben? Si, il problema è dopo”, ha aggiunto ridendo. “Robben è un giocatore che guardo, mi è sempre piaciuto. È simile a me, per quanto sia più forte, è un modello – ha concluso – Il rapporto con Spalletti? Con il mister ho un ottimo rapporto. Mi dà tanti consigli e parliamo spesso, mi dice di stare vicino alla porta”, ha concluso. (mediaset)
Il Napoli ha intenzione di proporre il rinnovo a José Callejon: l’offerta è di un prolungamento dell’attuale contratto del 32enne spagnolo fino al 2022. (mediaset)
La Lazio ferma il sogno dell’Inter di ipotecare il terzo posto e espugna il “Meazza” di Milano, grazie ad un gol di testa di M.Savic. Una Lazio, intraprendente che cosi, può ambire ancora a un piazzamento in Champions. La grana Spalletti-Icardi non serve di certo, a placare le ansie in casa-Inter. Certo è che Spalletti è fortemente allergico ai campioni. Però è altresì giusto ricordare che Mauro Icardi, non può presentarsi in una società in modo cosi folkloristico e modernista. Ossia se da un lato Spalletti è sempre stato un tecnico un pò severo, dall’altra parte l’attaccante argentino, è sempre stato un personaggio un pò troppo fuori dalle righe. Basti ricordare un suo libro in cui ce l’aveva con una parte dei tifosi neroazzurri. Anche le uscite televisive di Wanda Nara non aiutano a limare le tensioni. Comunque tornando alla gara di ieri, era nell’aria la sconfitta per la “Beneamata”. Ma è chiaramente direi, un problema di spogliatoio. (Alessandro Lugli)
Calma apparente. Tregua armata. Grande gelo. Fate voi. Ognuno usi l’espressione che meglio crede, la sostanza non cambia e non cambia neppure la trama della telenovela interista perché i protagonisti proseguono recitando a memoria il copione ormai consumato: Icardi, tornato ad allenarsi in gruppo da una settimana, ha lavorato anche oggi coi compagni e Spalletti, reduce dal ko contro la Lazio e dalla successiva sfuriata televisiva, ha parlato alla squadra prima della seduta come avviene sempre dopo una partita. E tra i due “duellanti” (a proposito, che gran film quello di Ridley Scott e quanto avrebbe da insegnare ai protagonisti di questa querelle) è proseguito l’ostracismo reciproco. Ognuno è rimasto fermo sulle proprie posizioni: il tecnico convinto della bontà delle bordate sparate ieri sera resta sempre in attesa che l’argentino si chiarisca coi compagni, l’ex capitano sicuro invece di non aver nulla da specificare si concentra solo sul lavoro sul campo. Quindi, nulla di nuovo, con semmai un malcontento tra il popolo nerazzurro che va crescendo anche nei confronti del tecnico e un fastidio che dal post-Lazio serpeggia però anche in alcune stanze societarie. Comunque sia, domani ci saranno le convocazioni per il match dell’Inter col Genoa: Icardi spera di farne parte, Spalletti ha fatto intendere che potrebbe essere così, non si capisce però cosa sia effettivamente cambiato rispetto a sabato scorso. Ma tant’è, martedì ne sapremo, per forza di cose, di più.
(mediaset)
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